Palestinesi chiedono la Grotta dei Patriarchi come patrimonio Unesco

EPA/ABIR SULTN


L’AutoritĂ  Palestinese (PA) chiede alla Commissione del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, la cui riunione annuale si terrĂ  il 1 ° luglio a Cracovia, in Polonia, di registrare la cittĂ  vecchia di Hebron, inclusa la sua grotta dei patriarchi, come patrimonio mondiale palestinese .

Al mondo esistono 1.052 siti elencati come patrimonio mondiale dall’UNESCO, di cui nove sono israeliani, due dei quali palestinesi. Il processo di registrazione e la dichiarazione di ogni sito richiedono solitamente alcuni anni, ma la PA vuole approfittare di una clausola contenuta nelle norme che consente di velocizzare questa procedura sostenendo che i siti sono in pericolo perchĂ© potrebbero essere  distrutti da parte delle “forza di occupazione”. Tra le altre cose, sostiene che Israele abbia effettuato una costruzione di calcestruzzo eccezionalmente grande nel sito, mentre Israele sostiene che è solo una piccola aggiunta e che è il lavoro è stato coordinato con il Waqf islamico di Gerusalemme.

Il comitato del patrimonio ha 21 paesi membri e ogni richiesta è accompagnata dal parere di un organismo di valutazione professionale che fa una raccomandazione. Per i due siti precedentemente iscritti dalla PA nel 2012 e nel 2014 – la Chiesa della NativitĂ  e le terrazze di Battir – il parere  del corpo professionale era negativo, ma il comitato ha votato ugualmente per la sua approvazione a seguito della pressione della lobby arabo-musulmana.

La delegazione israeliana all’UNESCO, guidata dall’ambasciatore Carmel Shama-Hacohen, ha iniziato a sforzarsi di fermare i piani dell’AP giĂ  un mese fa.

Per impedire l’iscrizione, Israele deve mobilitare almeno un terzo dei paesi per un voto a suo favore, un compito quasi impossibile.Â