Corea del Sud: scontri dopo la destituzione della Presidente, morti e feriti

Almeno 2 persone sono morte a Seul nei violenti scontri scoppiati in seguito alla destituzione del presidente sudcoreano Park Geun-hye, pronunciato dalla Corte Costituzionale.

Un momento degli scontri che hanno opposto sostenitori di Park Geun-hye e polizia davanti all’edificio della Corte Costituzionale sudcoreana a Seul

Le vittime sono tutte tra le migliaia dei suoi sostenitori che si erano radunati all’esterno dell’Alta Corte per attenderne il verdetto. Tra i 4 feriti citati dalle agenzie di stampa locali, anche un anziano, caduto dal tetto di un autobus durante gli scontri.

Il suo portavoce ha fatto sapere che in giornata Park Geun-hye non lascerà la “Casa blu”, il palazzo presidenziale, né rilascerà commenti.

A intervenire è stato invece il Primo ministro Hwang Kyo-ahn, che assicurerà la Presidenza ad interim, fino alle nuove elezioni presidenziali, da convocare entro un massimo di 60 giorni: “Per evitare un’escalation delle tensioni – ha detto – dobbiamo garantire un ordine sociale e una stabilità di governo, che plachino le inquietudini interne al paese e quelle della comunità internazionale”.

L’unanime pronunciamento dell’Alta Corte sudcoreana ha confermato l’impeachment votato il 9 dicembre dal Parlamento e riconosciuto che lo scandalo di corruzione arrivato a coinvolgere anche i vertici di Samsung prova violazioni della Costituzione “durante tutto il mandato di Park Geun-hye”.

In carica dal 2012, la figlia del dittatore Park Chung-hee ha così affiancato alla palma di prima donna a guidare il Paese quella di primo presidente democraticamente eletto ad essere destituito dal suo incarico. EURONEWS

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