Turchia, Erdogan: armi USA nelle mani dell’Isis

 

Le forze militari turche hanno intensificato i bombardamenti sulle postazioni delle milizie curde dell’Unità di protezione popolare. Considerate dal governo turco responsabili insieme al PKK dell’attentato di mercoledì ad Ankara. Colpite nel nord della Siria, le città nella provincia di Aleppo. Dove i combattenti curdi sono impegnati con il supporto degli Stati Uniti a contrastare l’espansione dell’Isil.

“Alcuni mesi fa in un incontro ho detto ad Obama che gli Stati Uniti stanno rifornendo armi – ha detto il presidente turco Erdogan – Sono arrivati tre aerei carichi. La metà è finita nelle mani dell’Isil e l’altra metà alle milizie curde siriane. Contro chi sono utilizzate quelle armi? Sono usate per colpire qui i civili”

Un gruppo militare curdo, il Kurdistan Freedom Hawks (Tak), ha rivendicato dal proprio sito internet l’attacco contro l’esercito turco nel centro di Ankara. Si tratta di una milizia precedentemente legata al PKK.

Ma il governo turco punta a far riconoscere dalla comunità internazionale il movimento militare curdo-siriano come “gruppo terrorista” alla stessa stregua del PKK.

Il tema verrà affrontato dal capo di Stato turco in un colloquio telefonico con il presidente Obama, con in aggiunta la richiesta di sospendere il rifornimento delle armi.

In previsione ci sono frizioni diplomatiche mentre ad Ankara è stato dato l’ultimo saluto alle vittime dell’attentato che è costato la vita a 28 persone. EURONEWS

 

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