Ankara ha abbattuto la scorsa settimana il caccia russo nei pressi della frontiera siriana per proteggere il traffico di petrolio dello Stato Islamico.
E’ l’accusa lanciata dal presidente russo, Vladimir Putin. “Noi abbiamo tutte le ragioni di pensare che la decisione di abbattere il nostro aereo sia dettata dalla volontà di proteggere queste rotte di transito del petrolio verso il territorio turco”, ha dichiarato Putin durante una conferenza stampa a margine della Cop21 a Parigi.
La tensione dunque resta alta tra la Russia e la Turchia. Il tutto nonostante il leader della Casa Bianca Barack Obama abbia chiesto a Putin l’allentamento delle tensioni nella crisi tra Mosca e Ankara e dopo che l’Ue ha accordato 3 miliardi di euro per sostenere lo sforzo della Turchia per l’accoglienza dei rifugiati siriani.
Putin ha chiaramente snobbato Recep Tayyp Erdogan per gran parte del vertice Onu sul clima a Parigi. Benchè Ankara abbia fatto rientrare la salma del pilota russo ed Erdogan continui a ripetere che spera in un incontro. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha sottolineato che un bilaterale a Parigi non è in programma. Ma non è il segnale più negativo giunto da Mosca. Il premier russo Dmitri Medvedev ha annunciato che le sanzioni contro la Turchia, firmate da Putin sabato scorso, verranno rese più severe- ASKANEWS