I leader islamici contro Wilders: “Non fatelo entrare in Australia”

I leader musulmani non vogliono che Geert Wilders metta piede in Australia

 

wilders

di Sergio Rame – il giornale

Durante un dibattito su come prevenire la radicalizzazione di giovanissimi e frenare l’estremismo violento, il primo ministro conservatore Malcolm Turnbull è stato apertamente esortato a cancellare l’imminente visita del leader politico olandese di estrema destra. La missione di Wilders in Australia ha lo scopo di lanciare l’Australian Liberty Alliance, un partito dichiaratamente anti-islamico che, modellato sul suo Party of Freedom, parteciperà alle prossime elezioni federali.

Turnbull aveva convocato la riunione sull’onda dell’uccisione dieci giorni fa di un impiegato di polizia, davanti alla stazione centrale di polizia a Parramatta, a ovest di Sydney, da parte di un 15enne che ha sparato gridando frasi religiose prima di essere ucciso da un poliziotto. “I convenuti hanno espresso al primo ministro allarme per la visita – ha spiegato il presidente della Lebanese Muslim Association, Samer Dandan, al Sydney Morning Herald – Wilders soffierà sul fuoco del sentimento anti-islamico, in un momento in cui il governo si propone di comunicare meglio con le comunità musulmane e invita tutti gli australiani ad operare insieme per prevenire attentati terroristici”.

Secondo Dandan ci deve essere un limite alla libertà di parola: “Se qualcuno fa dei commenti antisemiti, non è accettabile; anche se qualcuno fa dei commenti anti-islamici non dovrebbe essere accettabile”.

Un portavoce del ministro dell’Immigrazione Peter Dutton ha tuttavia dichiarato che la decisione di concedere il visto d’ingresso a Wilders è stata già presa. La piattaforma del neo-partito include una moratoria sull’immigrazione da paesi musulmani e un divieto di portare burqa e niqab. “Qualsiasi tentativo di imporre la teocrazia islamica e la legge della sharia sulla nostra società liberale – recita il manifesto – deve essere fermato con mezzi democratici, prima che le realtà demografiche, economiche e sociopolitiche rendano impossibile una soluzione pacifica”.

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