
“Nel 1967 moriva Ernesto Che Guevara. Allora, come negli anni immediatamente successivi, le contingenze storiche e le passioni politiche impedirono, a coloro che rifiutavano di fare dell’Italia ‘un altro Vietnam’ un’analisi serena della figura e dell’opera del ‘comandante’. Oggi, a tanti anni di distanza, una simile analisi può e deve essere fatta”.
Così il blog di Beppe Grillo, che in un mini post firmato da Massimo Fini ricorda el Che. “Ed allora ciò che rimane – prosegue il blog di Grillo – l’ammaestramento vero di una simile vicenda, non è nei sogni ormai ingialliti di un marxismo agonizzante, ma nell’esigenza di un rovesciamento radiale della societĂ , in un’immagine della rivoluzione come atto assoluto, come gesto puro ben oltre gli angusti limiti del marxismo storico. Ecco, Che Guevara come rivoluzionario assoluto: così ci piace ricordarlo. Alfiere di un’utopia che proprio nella sconfitta realizza i suoi valori morali, sottraendosi al banale e corruttore compito della gestione cui l’eventuale vittoria l’avrebbe destinato”.
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