Immigrati, blitz di Salvini al Cie di Ponte Galeria: “Stanno meglio degli italiani fuori”

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7 magg – Blitz di Matteo Salvini ed alcuni deputati della Lega al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria. Il segretario federale della Carroccio, accompagnato dai parlamentari Stefano Allasia, Emanuele Prateveria, Stefano Borghesi e Marco Rondini, ha appena fatto il suo ingresso nel Cie alla periferia di Roma. Così la Lega lancia la nuova campagna referendaria per reintrodurre il reato di clandestinità “cancellato dalla maggioranza ma con il pieno appoggio dei grillini” denunciano gli esponenti del Carroccio.

Al Centro di identificazione ed espulsione il segretario della Lega è giunto “per capire come lavorano gli italiani impiegati qui, quanti sono gli ospiti, quanto costa questa struttura e se davvero serve”. “Hanno vitto e alloggio, medici e infermieri 24 ore su 24. Dunque hanno quello che molti italiani non hanno. Non è un grand hotel ma mettono insieme il pranzo con la cena e se hanno mal di denti vengono curati, cose che a molti pensionati non capita di avere”, dice Salviini aggiungendo: “L’immigrazione incontrollata non è sostenibile e ormai da mesi stiamo assistendo a un vero e proprio disastro”. E rimarca “il diverso operato” tra l’attuale ministro dell’Interno Angelino Alfano e l’ex responsabile del Viminale Roberto Maroni.

Nell’ispezione al Cie di Ponte Galeria “abbiamo chiesto dei tempi e dei modi, visto cosa fa la gente che è qui impiegata. E abbiamo visto che ci sono tanti che fanno domanda di asilo senza averne diritto per potere uscire di qui. Anche da questo punto di vista ci prendono in giro. Ci sono tanti operatori che lavorano bene – riconosce il segretario del Carroccio – ma ci sono anche stranieri che non collaborano, che se ne fregano. Di questo chiederemo conto al ministro degli Esteri, chiederemo quali sono i Paesi che abbandonano come pacchi i loro cittadini e spingeremo affinché vengano presi dei provvedimenti”.

Salvini torna poi ad attaccare il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Se lo incontrassi – assicura – gli direi: ‘Dimettiti, non sei capace, non sei un ministro. Subiamo una invasione senza precedenti e ‘questo’ non riesce a controllare quello che succede fuori e dentro gli stadi. Cambi lavoro per il bene degli italiani”.

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