I cecchini a Kiev mandati dall’opposizione, cioè da Usa e UE

5 mar – Se la notizia fosse confermata, sarebbe la seconda “intercettazione” telefonica pubblicata dalla Russia che fa fare una magra figura alla diplomazia occidentale. Prima la telefonata dell’assistente alla segreteria di stato americana Victoria Nuland in cui “sceglie” i ministri del nuovo governo di Kiev. Ora una (presunta, la cautela è d’obbligo) conversazione tra il ministro degli esteri dell’Estonia Urmas Paet e l’alto rappresentante dell’Unione europea Catherine Ashton.

L’audio della telefonata è stato diffuso da un account YouTube che non aveva pubblicato niente prima, e ripreso da Russia Today, network semiufficiale di informazione in inglese sulla Russia. Nella telefonata, la voce attribuita a Paet racconta a lady Ashton della sua recente missione diplomatica a Kiev. Al minuti 8.20 il ministro estone racconta che Olga Bogomolets, medico che ha organizzato i centri di prima accoglienza per i feriti di piazza Indipendenza a Kiev, gli ha raccontato dei dettagli «spiacevoli». La fonte di Paet, quindi, è vicina ai manifestanti, non all’ex governo filo-russo di Viktor Yanukovich.

L’accusa è pesante: i cecchini che sparavano dai tetti di Kiev non sarebbero stati mandati da Yanukovich, ma da alcune componenti dell’opposizione «oggi parte della coalizione di governo».

La risposta della Ashton mostra qualche imbarazzo: bisogna «indagare», ma senza intralciare il percorso politico del nuovo governo. Il tempo per le indagini arriverà poi, sembra sottintendere l’Alto commissario Ue.

Questo il testo della conversazione:

Voce attribuita a Paet: «Olga dice che le persone uccise dai cecchini, i poliziotti e i manifestanti, sono stati uccisi dagli stessi cecchini. Mi ha fatto vedere delle foto, ha i referti dei dottori che dicono che si tratta dello stesso tipo di proiettili. Ed è preoccupante che la nuova coalizione (di governo) non voglia indagare questi fatti. C’è la percezione sempre più forte che dietro i cecchini non ci fosse Yanukovich, ma qualcuno della nuova coalizione».

Voce attribuita alla Ashton: «Credo che sia davvero necessario investigare, è interessante».

Paet: «È una cosa spiacevole, toglie credibilità fin dall’inizio a questa nuova coalizione».

Ashton: «È vero, capisco la richiesta di grandi riforme, ma bisogna anche lasciare che la politica si rimetta a funzionare. Fare l’attivista o il medico è molto importante, ma non sono politici. Qualcuno si deve occupare di accomodare le cose per le prossime settimane. Il paese deve correre, bisogna arrivare alle elezioni di maggio. La prossima settimana comunque tornerò a Kiev, li incontrerò».

@lorbiondi – europaquotidiano

ashton

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