Blocher alla UE: “La Svizzera non subirà ricatti. Abbiamo una serie di misure di ritorsione”

Blocher

20 febbr – Galvanizzato dal risultato del voto del 9 febbraio in Svizzera, Christoph Blocher, padre dell’iniziativa  “Contro l’immigrazione di massa” lancia la sfida all’Europa dalle colonne del Corriere del Ticino, cui ha concesso un’ampia intervista esclusiva.

“Il voto di domenica 9 febbraio è solo l’inizio di un cammino che deve concretizzare ciò che il popolo svizzero ha deciso mantenendo buone relazioni con i Paesi europei ma uscendo finalmente da un rapporto di tipo coloniale con l’Ue”, esordisce Blocher. “Per troppo tempo sia l’UE che la maggioranza della classe politica svizzera hanno creduto che in un modo o nell’altro noi fossimo membri dell’Unione europea e dovessimo quindi subirne i diktat. Adesso è chiaro che siamo uno Stato sovrano”.

Per lo storico leader dell’Udc, l’Ue non è altro che “una costruzione costruita a tavolino che non tiene conto della realtà” e quindi “paga due errori”. Anzitutto l’Euro, definito una “illusione velleitaria”; in secondo luogo “la libera circolazione delle persone”.
Poi l’ex consigliere federale lancia la sfida a Bruxelles: “Se Bruxelles vuole disdire tutti gli accordi bilaterali con la Svizzera, è libera di farlo. Il nostro Paese non crollerà per questo”.

Poi Blocher elenca una serie di misure di ritorsione che la Svizzera potrebbe mettere in pratica, come ad esempio “il prezzo di 300 franchi a camion che applichiamo oggi ai transiti non potrà più essere mantenuto: bisognerà che paghino il costo reale di 1200 franchi. Poi abbiamo un’iniziativa sulle Alpi che fissa un massimo di transiti a 300.000. Se non abbiamo più l’accordo sul transito, lo applicheremo alla lettera. Crede davvero che l’Olanda, la Germania, l’Italia affonderanno l’accordo sul traffico? I paesi dell’UE oggi fanno la voce grossa, ma alla fin fine hanno interessi da difendere “. TISCALI

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