Dalle orge alla politica, le Pussy Riot si candidano “Quello di Putin è un regime”

pussy11 febbr – Le Pussy Riot si candidando alle elezioni: “Quello di Putin è un regime”. Da Berlino, dove si trovano per il festival del cinema, le Pussy Riot hanno lanciato una nuova sfida a Vladimir Putin: “Ci candidiamo alle elezioni e cercheremo di entrare in Parlamento a Mosca”.

Nadeschda Tolokonnikowa e Marija Aljochina hanno reso noto che il primo passo sarà quello di fondare un’organizzazione, che si chiamerà “Zona del diritto”, il cui obiettivo principale sarà la liberazione di tutti i prigionieri politici russi, e che hanno intenzione di “combattere fino alla fine”. “Abbiamo due anni di carcere alle spalle. L’amnistia è solo un modo che Putin ha trovato per ripulire la sua immagine a livello internazionale. In realtà tra i prigionieri politici sono pochissimi quelli che possono beneficiarne e uscire dal carcere. Sono circa 863mila i prigionieri politici, soltanto un migliaio gode dell’amnistia”.

“Non abbiamo paura di dire la verità e di rompere il silenzio”, hanno continuato le due attiviste: “Si tratta di un regime debole, che non è in grado di riconoscere i suoi errori. Questo è il regime di Vladimir Putin”.

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Qui le immagini delle orge delle candidate ani-Putin >>

Il gruppo Pussy Riot, celebre per aver cantato la preghiera punk “Madre di Dio, porta via Putin’ presso l’altare della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, è stato candidato per il Premio Kandinsky, che viene assegnato per meriti nel campo dell’arte contemporanea. Quale sia l’arte  non è dato sapere…

A marzo tre componenti del gruppo sono state arrestate con l’accusa di vandalismo e ad aprile 2012 Amnesty International (chi se no?) ha considerato le ragazze “prigioniere di coscienza”, come avete potuto vedere nelle immagini indicate dal link.

Hope Tolokonnikova, leader della band punk e visibilmente incinta,  due giorni dopo il sesso di gruppo davanti alla macchina fotografica nel Museo di Biologia di Mosca, ha partorito un bambino.

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