Re Giorgio, il figlio, l’amico e Letta: Roma e la poltrona

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Francesco Bonazzi per Dagospia

17 GENN – Elenco delle principali attività di Giorgio Napolitano, in base alla Costituzione materiale della nazione. Fornire garanzie internazionali, suggerire maggioranze, confezionare governi, scegliere presidente del Consiglio e relativi ministri, indicare priorità, dettare l’agenda delle riforme, vigilare in modo meticoloso sull’attività di ogni singolo dicastero, esaminare con la lente ogni singolo provvedimento, difendere con discrezione i ministri che finiscono nei guai, decidere se e quando si va a votare.

A parte vigilare sulla regolarità dei campionati di calcio, tra le faccende che contano in Italia va detto che c’è una cosa della quale il presidente non si occupa volentieri: le nomine pubbliche. Tanto per quelle ormai c’è il figlio Giulio, professore di diritto pubblico a Roma Tre, ascoltatissimo da Re Giorgio e sempre più ricercato da boiardi ed aspiranti tali.

Prendiamo le Poste, colosso pubblico dalla cui semi-privatizzazione il governo si aspetta i miliardi che servono a tacitare i seri dubbi del commissario Ollie Rehn sulla legge di Stabilità. Il presidente Massimo Sarmi, il manager dalle orecchie generose, è in scadenza e asseconda in ogni modo il governo di Lettanipote, tanto da non impaurirsi neppure di fronte all’operazione Alitalia. Nonostante questo difficilmente verrà riconfermato e per la sua poltrona scalpitano in diversi.

Il più attivo è Francesco Caio, ex fondatore di Omnitel: ha lavorato gratis per Enrico Letta sulla famosa “Agenda digitale” e si sta avvicinando anche ai renziani. Ma la mossa che ha fatto drizzare le antenne della Roma potentona sono i due incontri che ha avuto di recente con Giulio Napolitano e il suo inseparabile amico Andrea Zoppini, titolare di un avviatissimo studio legale a Prati ed ex sottosegretario alla Giustizia nel governo del Rigor Montis.

Le Poste sono solo l’antipasto della ricca stagione di nomine che attende il governo, con o senza rimpasto. Nei prossimi tre mesi ci sarà da rinnovare i consigli di amministrazione di Finmeccanica, Eni, Enel e Terna, con ricco corredo di partecipate e collegi sindacali. E anche qui, da mesi, chi sa come vanno le cose al tempo delle Larghe Intese e del Super-Quirinale ha puntato sul duo Napolitano junior-Zoppini.

Il segreto è una chiacchierata in piena riservatezza nello studio di Zoppini, 47 anni, consulente legale di quasi tutte le principali società pubbliche e fortissimo sugli arbitrati. Ai tempi del ministero inciampò su un emendamento a sua firma che sembrava favorire il proprio cliente Salini, però l’episodio, paradossalmente, ne ha solo certificato l’avvenuta ascesa nell’Olimpo del grande mandarinato di Stato.

Ma anche il suo inseparabile amico Giulio, 43 anni e tifosissimo della Lazio, è assai ricercato per le proprie competenze giuridiche, in particolare sulla regolamentazione del mercato elettrico. I due si muovono spesso in coppia, e non solo all’università di Roma Tre, dove entrambi hanno la cattedra e sono tenuti d’occhio con affetto e severità dal rettore Guido Fabiani, cognato di Donna Clio Napolitano. Chi ha la poltrona in scadenza sa che è importante agganciarli. Chi ne ha puntata una nuova di zecca, chiede loro consigli e benedizione. I risultati pratici? Si vedranno nel giro di poche settimane con le nomine.

Del resto entrambi, Andrea e Giulio, hanno fatto parte del pensatoio trasversale di Enrico Letta “VeDrò” e hanno un rapporto diretto e amichevole con l’attuale premier. Giulio Napolitano va spesso a Palazzo Chigi ed entra in una stanza soltanto: proprio quella di Letta. La faccenda a Roma si sa, e insieme al fatto che Re Giorgio stima e ascolta molto il figlio sulle questioni di carattere economico, spiega i corteggiamenti ai quali è sottoposta la coppia di giuristi quarantenni.
Francesco CaioFrancesco Caio

Il ruolo di Giulio Napolitano non va però sopravalutato. C’è tutto, anche se non se parla mai, ma bisogna ricordare che in questo momento il quadrilatero che si occupa delle prossime nomine in Eni, Enel e Finmeccanica è costituito da Enrico Letta, Matteo Renzi, Angelino Alfano e il Quirinale. Semplicemente, per “Quirinale” si deve intendere Napolitano junior. E intanto, tra verità e leggenda, lo studio Zoppini ringrazia.

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