Obama: “Non credo che gli europei permetteranno la disfatta dell’euro”

New York, 31 lug. – (Adnkronos) – “Avremo ancora venti contrari nei prossimi mesi, l’Europa e’ ancora un problema e molte delle persone in questa sala che hanno li’ i loro affari lo sanno”. E’ quanto ha detto Barack Obama parlando la notte scorsa ad una raccolta di fondi a New York. “Non credo che alla fine gli europei permetteranno la disfatta dell’euro – ha poi aggiunto il presidente – ma dovranno intraprendere delle decisioni”.

“Io sto investendo un’enorme quantita’ di tempo cercando di lavorare con loro, e Tim Geithner sta trascorrendo molto tempo a lavorare con loro – ha detto ancora riferendosi al segretario al Tesoro ieri in missione in Germania – per far capire che prima intraprenderanno alcune azioni decisive, meglio sara’”.

(Geithner è il Segretario al Tesoro USA, che si è discolpato davanti alla Commissione servizi finanziari della Camera dall’accusa secondo la quale la Fed di NY, di cui era Presidente all’epoca della possibile manipolazione dei tassi Libor., avrebbe agito con leggerezza pur essendo a conoscenza di possibili manipolazioni del tasso.)

Obama ha poi usato la crisi dell’eurozona per rivendicare l’efficacia delle misure da lui adottate, per quanto “impopolari”, per bloccare la crisi finanziaria del 2008. “E’ interessante il contrasto con quello che e’ successo qui – ha detto – il fatto che noi abbiamo adottato delle misure decisive nel 2008 e nel 2009, nonostante la loro impopolarita’, ha indicato che noi abbiamo evitato questo sanguinamento cronico della ferita che sta diventando un’enorme problema ora non solo per l’Europa ma per l’intera economia globale”.

Per questo, Obama, anche di fronte alle gravi difficolta’ che l’economia Usa registra, non esita a mostrare ottimismo per una ripresa che deve partire proprio dalla soluzione del problema Europa. “Se possiamo stabilizzare l’Europa, rilanciarci sul fronte dell’istruazione, della scienza, della tecnologia e dell’energia, affrontando alcune questioni rimaste aperte, come la riforma dell’immigrazione, allora non ci sono ragioni per cui l’America non debba prosperare nei prossimi decenni”.

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