La TV cinese oscura i nudi di Michelangelo

10 lug. – Troppo sexy per la tv cinese: non si tratta dell’ennesimo serial americano a base di sesso e sangue, o di una commediola scollacciata girata a Hong Kong. Stavolta la censura di Pechino si abbatte sul Rinascimento Italiano: nello speciale dedicato alla mostra “Rinascimento a Firenze- Capolavori e Protagonisti”, inaugurata venerdi’ scorso al Museo Nazionale di Cina, la China Central Television ha oscurato a colpi di pixel le nudita’ maschili di capolavori come il “David-Apollo” e la “Vittoria” di Michelangelo o l'”Ercole e Anteo” di Bartolomeo Ammannati.

Il documentario e’ andato in onda lunedi’, in prima serata, ma adesso – come si legge su AgiChina24.it – la foglia di fico elettronica della tv di Stato sta infiammando media e social network cinesi. “Puoi vederlo in un museo, ma non in televisione”, ha titolato il quotidiano Oriental Guardian, che pubblica in copertina il “David-Apollo” con il pube coperto da uno schermo televisivo. “Ho scelto di sfocare il pene del David-Apollo e delle altre sculture perche’ non volevo che queste immagini avessero un impatto negativo sulle emozioni degli spettatori”, si e’ difeso il regista del documentario, del quale non e’ stato pubblicato il nome.

Cina: immagini shock di un feto abortito su Internet

Molti cinesi hanno espresso comprensione per la scelta della CCTV. “Queste opere riflettono un certo canone estetico diffuso in occidente, ma non in Cina. Penso che sia sbagliato mostrare qualsiasi forma di nudita’ su un canale televisivo pubblico”, ha scritto sul web il commentatore “MTMK”, mentre un gruppo di genitori sottolinea che in prima serata le trasmissioni sono seguite da milioni di famiglie.

In Cina la nudita’ e’ completamente bandita da tv e cinema e spesso produttori, sceneggiatori e registi evitano perfino le allusioni sessuali, per non incorrere in un blocco alla distribuzione delle loro opere. Ma spesso i cittadini si mostrano molto piu’ disinibiti dei funzionari, e altri netizen accusano la censura di avere ormai superato il senso del ridicolo. agi

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