Tunisia: bisogno di 35/45 miliardi di dollari di finanziamento e Jebali bussa alle porte della UE

15 mar – Per il rilancio della propria economia ”la Tunisia conta sull’Europa e sull’Italia”, un ”Paese forte” con il quale manteniamo ”relazioni speciali” che presto si ”rafforzeranno”. Cosi’, il capo del governo tunisino, Hamadi Jebali, si e’ presentato oggi a Roma nel corso dei colloqui avuti con il Presidente del Consiglio Mario Monti. Jebali ha ringraziato il Governo del ”sostegno” offerto a Tunisi nonostante ”la crisi finanziaria” ed ha invitato il presidente del Senato Renato Schifani a tenere una ‘lectio magistralis’ davanti al Parlamento tunisino, l’Assemblea costituzionale eletta di recente in seguito agli eventi della primavera araba.

L’Italia, ha detto, e’ un Paese ”forte” ed e’ proprio ”attraverso l’Italia che speriamo di incrementare la nostra cooperazione con l’Europa”. In cambio Tunisi offre ”sicurezza e stabilita”’ nella regione, assicurando il contenimento ”dell’immigrazione clandestina” e ampia apertura agli investimenti internazionali.

L’incontro a Palazzo Chigi rientra in un mini-tour europeo che presto vedra’ Jebali anche a Berlino a colloquio con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Il do ut des non cambiera’: la Tunisia promette una frontiera stabile con un rigido controllo degli sbarchi nel Mediterraneo in cambio di aiuti finanziari volti, soprattutto, a risollevare il mercato dell’energia e del turismo.

Lo conferma una recente nota dello stesso governo tunisino in cui si legge che ”Jebali si rechera’ in Germania e in Italia per discutere con gli alti funzionari di entrambi i Paesi prospettive di sviluppo e di cooperazione”. A Berlino, il segretario generale di ‘Al-Nahda’, il partito vincitore della prima tornata elettorale post-Ben Ali, valutera’ le chances di un sostegno economico alla luce delle circa 270 aziende tedesche presenti in Tunisia, con un investimento complessivo di 235 milioni di euro e un impiego di oltre 35.000 lavoratori. Il bilaterale di oggi a Roma, intanto, per Jebali e’ stato il primo esame da superare, in vista di un commercio Italia-Tunisia che ammonta a circa 5 miliardi e 700 milioni di euro, con 744 aziende italiane che operano sul territorio per un totale di 55.000 lavoratori.

Secondo L’Economiste nei prossimi cinque anni la Tunisia avra’ bisogno di una enorme massa di finanziamenti – tra i 35 e i 45 miliardi di dollari – per portare alla realizzazione i suoi progetti. Per questo Jebali bussa alle porte dell’Europa, nel tentativo di finalizzare l’accordo bilaterale per il libero accesso al mercato unico per alcuni prodotti industriali tunisini e ribadendo, tuttavia, l’intenzione di non voler abbandonare la via della finanza islamica per un rilancio dell’economia locale. ”La finanza islamica, con in testa la Banca islamica di sviluppo, possono fornire una parte importanze di questi finanziamenti”, ha detto il premier tunisino nel corso di un forum sull’economia islamica secondo quanto scrive sempre il quotidiano marocchino. ”Lavoreremo – ha proseguito – per definire un quadro giuridico per regolare l’economia islamica in Tunisia” che ”vuole trasformarsi in un ‘centro regionale della finanzia islamica”’.  asca

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