Germania e Olanda contro Recovery Fund, ā€œVietato che la UE s’indebitiā€

ā€œAiuti veri e non solo prestitiā€, l’Italia guida il Sud Europa. Ma Berlino frena: ā€œVietato che Ue s’indebitiā€.Ā Basta prestiti, servono sussidi. L’appello ĆØ arrivato alla Commissione europea la settimana scorsa e porta la firma di sei Paesi dell’Europa mediterranea. Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Cipro hanno chiesto a Bruxelles che il Recovery Fund – una delle iniziative dell’Ue per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia di coronavirus – sia ā€œdisponibile al più tardi entro settembreā€ e che abbia ā€œuna dotazione considerevoleā€. ƈ quanto si legge sul giornale tedesco Handelsblatt, che ha riportato stralci della lettera.

La lettera – – I sei Paesi si sono rivolti direttamente a Bjoern Seibert, capo di gabinetto della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Secondo Roma, Parigi, Madrid, Lisbona, Atene e Nicosia, l’Ue ā€œdovrebbe raccogliere sui mercati almeno mille miliardi di euroā€ in prestiti e queste ā€œobbligazioni europeeā€ dovrebbero essere ā€œa lunghissima scadenzaā€. In tal modo, sarebbe possibile spalmare gli elevati costi a breve termine della crisi nel lungo periodo. Inoltre, il piano per la ripresa dovrebbe versare una parte ā€œsostanzialeā€ delle proprie risorse come ā€œsovvenzioniā€ a fondo perduto e non rimborsabili, in particolare ā€œai settori economici e alle aree geografiche dell’Europa che sono maggiormente colpiteā€ dalla crisi.

Più contributi a chi ha pianto più vittime – Tra le richieste dei Governi del Sud Europa c’è anche quella di superare, almeno per quel che riguarda il Recovery Fund, il principio che assegna risorse in funzione di indici economico-sociali che hanno ben poco a che vedere con i danni causati dal coronavirus. Italia e Francia sono infatti ā€œcontributori nettiā€ del bilancio Ue. Una condizione che, paradossalmente, potrebbe mettere Roma e Parigi nella situazione di dover sborsare – ancora una volta – più di quanto riceverebbero. Il fondo ā€œdovrebbe essere rivolto principalmente ai settori e alle aree geografiche d’Europa più colpite ed essere dedicato a far fronte a questa crisi senza precedenti, con criteri di allocazione specificiā€, scrivono i sei Governi.

Secondo il giornale Handelsblatt, la pressione di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro sul Fondo per la ricostruzione mira a evitare che il Fondo per la ricostruzione ā€œevaporiā€ per l’opposizione degli Stati del Nord dell’Ue, a partire da Paesi Bassi e Germania. Il dissidio tra Nord e Sud riguarda proprio il trasferimento dei prestiti raccolti dalla Commissione europea come sovvenzioni non rimborsabili agli Stati membri.

L’Olanda ha giĆ  fatto sapere di essere assolutamente contraria a tale opzione. Per il Governo de L’Aia, il Recovery Fund deve anzi stanziare prestiti da restituire. In Germania prevale invece il timore che, se passasse l’idea delle sovvenzioni, le obbligazioni europee potrebbero non essere più garantite come lo sono attualmente. L’Unione europea potrebbe indebitarsi in maniera permanente e, come evidenzia l’Handelsblatt, ā€œciò ĆØ vietato dal trattato sul funzionamento dell’Ueā€. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha comunque dichiarato – senza parlare di cifre – che la Germania intende aumentare il proprio contributo al bilancio europeo per finanziare gli aiuti alla ricostruzione degli altri Stati membri particolarmente colpiti dalla crisi.ā€œ

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