31 lug – «Abbiamo il dovere di far crescere i nostri figli con una cultura diversa, una cultura in cui le diversità siano una ricchezza»: con queste parole il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge ha presentato oggi a Roma, insieme al viceministro del Lavoro Cecilia Guerra, il Piano nazionale d’azione contro il razzismo, xenofobia e l’intolleranza. Una risposta al crescente fenomeno del razzismo in Italia.
Il Piano è stato predisposto sulla base dei dati raccolti dall‘Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) , organismo che attualmente rientra nell’ambito del ministero delle Pari Opportunità, destinato a diventare un ente indipendente. Nel 2012 l’Unar ha seguito 1.283 casi di discriminazione, oltre la metà dei quali (51,4%) ha riguardato episodi di tipo etnico razziale. A questa quota si possono aggiungere anche i 30 casi di discriminazione per motivi religiosi o convinzioni personali poiché, spesso lo ‘straniero’ viene offeso e aggredito proprio in virtù dell’appartenenza a uno specifico credo religioso: un esempio tipico, in tal senso è dato dagli episodi islamofobia. Si tratta, ha spiegato il ministro Kyenge, «di un piano che riguarda non solo gli stranieri, ma anche gli italiani di origine straniera», tra i quali le seconde e le terze generazioni, figli o nipoti di italiani emigrati all’estero, ormai con cittadinanza dei paesi in cui sono nati.
«Per la prima volta – ha detto il ministro per l’integrazione – possiamo lavorare a un piano riconosciuto istituzionalmente. Oggi stabiliamo l’inizio di un percorso che coinvolgerà enti, associazioni, istituzioni che si concluderà a novembre approdando al Consiglio dei ministri». Le difficoltà economiche contingenti «non dovranno influire negativamente sulle necessità del momento», ha sottolineato il ministro secondo la quale, per fronteggiare gli episodi di razzismo, è necessario «fare applicare gli strumenti legislativi esistenti, sia quelli nazionali che internazionali, compresa la carta sui diritti umani».
È necessaria «un’azione culturale per smantellare pregiudizi che poggiano su una cattiva conoscenza dei fenomeni», secondo il viceministro Guerra che sottolinea come «la diversità è un elemento di integrazione e arricchimento. in Italia il razzismo esiste – rimarca – e gli immigrati sono quelli che stanno risentendo di piu’ di questo momento di crisi economica». Proprio per fronteggiare la recrudescenza del fenomeno razzista, il piano intende individuare «una strategia che possa essere di supporto alle politiche nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto» del fenomeno «con l’obiettivo di valorizzare una società multietnica e multiculturale, aperta e democratica».
Partendo dalle discriminazioni «basate sulla razza, sul colore, sull’origine nazionale o etnica, sulle convinzioni e le pratiche religiose». Secondo alcune ricerche, infatti, proprio il colore della pelle è uno specifico elemento di discriminazione, in particolare nelle scuole o nel mondo del lavoro. Per l’individuazione degli ‘Assi prioritari’ si è tenuto conto dei dati statistici sui casi di discriminazione rilevati dal Contact center dell’Unar e dei principali ambiti di intervento individuati dall’Unione europea per il contrasto e la rimozione delle discriminazioni. Si partirà da occupazione, alloggio, istruzione, mass media e sport, sicurezza.