Dopo il Louvre, l’Eliseo: un Maitre d’Hotel responsabile dell’argenteria presidenziale, Thomas M., e un suo compagno collezionista di porcellane antiche nonché guardiano al Museo del Louvre, Ghislain M., sono finiti alla sbarra per un nuovo rocambolesco furto a Parigi. Teatro del colpo ‘XXL’, come titola oggi il quotidiano Le Parisien, il primo a rivelare la notizia, è lo storico (e sorvegliatissimo) palazzo della presidenza francese, in rue du Faubourg Saint-Honoré, dove risiede il presidente Emmanuel Macron e la moglie Brigitte.
Fermati nei giorni scorsi insieme a un terzo complice, i due hanno confessato il furto. Per due anni decine di pezzi – oltre un centinaio tra tazze, scodelle e piatti della prestigiosa Manifattura di Sèvres – sono stati discretamente sottratti dai servizi presidenziali. Gli stessi usati per le serate di gala e i pranzi di Stato di Macron. Il Maitre d’Hotel li conosceva bene: è lui, infatti, che per oltre cinque anni era incaricato di imbandire i banchetti. Al suo fianco, nel box degli imputati a Parigi, il trentenne Ghislain M e un terzo uomo antiquario a Versailles, tutti processati per furto e ricettazione. Dopo averlo contattato sui social network, Ghislain M. avrebbe convinto il maggiordomo dell’Eliseo a sottrarre dal palazzo le porcellane, con la complicità del terzo uomo anch’egli esperto di antichità .
Il maggiordomo è anche accusato di aver falsificato l’inventario degli oggetti all’Eliseo prima che quelle misteriose scomparse non divenissero troppo evidenti, al punto da insospettire la sicurezza. Martedì, i gendarmi hanno fatto scattare i fermi simultanei nel Loiret e a Versailles. La perquisizione nell’appartamento di Versailles ha permesso di recuperare buona parte della refurtiva. Ghislain M. è ”stato indubbiamente travolto dalla sua passione”, è stata la linea difensiva del suo legale in tribunale. Ironia della sorte: il giovane appassionato di ceramiche antiche è anche impiegato come custode di sala al Louvre, il museo parigino colpito due mesi fa dal rocambolesco furto dei gioielli della corona.
Anche se i due casi non sembrano in alcun modo legati, i giudici lo hanno comunque subito interdetto dall’incarico. Secondo Le Figaro, all’indomani del colpo al Louvre, il 19 ottobre, Ghislain M, avrebbe anche avuto l’ardire di apostrofare pubblicamente la presidente del museo, Laurence de Cars: “A un certo punto – disse in occasione di un’assemblea dei dipendenti – dovete anche scendere dai vostri uffici, avete perso il contatto con gli spazi espositivi, non bisogna mica prenderci per degli imbecilli!”. Un’uscita che suscitò raffiche di applausi tra i lavoratori del Louvre. Tutti i principali imputati si sono impegnati a restituire le porcellane rubate ancora in loro possesso. ANSA

