La legge delle mutande

Laura Boldrini

“L’unico elemento che distingue le due dette aree politiche è quello della competizione: una gara a chi è più cretino”

di Augusto Sinagra – Era da tempo che la Boldrini Laura non si faceva sentire ma è intervenuta ora una sua ultima “boldrinata” e cioè la proposta di legge che in tema di rapporti sessuali allo scopo di prevenire violenze e abusi prevede che i componenti della coppia si scambino una dichiarazione di “consenso” prima di avere rapporti sessuali.

La prima obiezione è che, lungi da logiche “boldriniane”, tale consenso dovrebbe essere preteso non soltanto dal maschio alla femmina per tutela del primo, ma anche dalla femmina al maschio per tutela del secondo. Qui già la legge “boldrinesca” è carente e squilibrata.
Tale proposta di legge avrebbe dovuto poi indicare specificamente, per prevenire ogni possibile abuso e violenza, quale tipo di rapporto sessuale era stato immaginato e programmato tra i due componenti la coppia. La durata del rapporto, il contesto (oggi si direbbe meglio la location), le posizioni nel senso individuato dal kamasutra, la definizione dei cosiddetti preliminari, ecc.

Sorprende poi che la proposta di legge in questione non consideri i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso. Tale fattispecie sicuramente pone problemi di difficile soluzione anche per quel che riguarda il contenuto delle pratiche sessuali concordate.

Stupisce che la autorevole proponente Boldrini Laura, e i Deputati suoi degni Colleghi, non abbia previsto la previa acquisizione del parere delle Associazioni LGBTQIA+ magari affidando a queste ogni competenza in materia di controversie, esonerando la giurisdizione ordinaria (nella quale, peraltro, non sono rari i casi di “acchiappacazzintallaria”).

Tuttavia, l’aspetto più gravemente omissivo della proposta di legge non ha previsto che ai partner del rapporto per essere reciprocamente tutelati, non basta il previo rilascio in forma scritta del consenso poiché ancor più occorrerebbe, per un’effettiva e compiuta tutela, il rilascio a fine rapporto sessuale di una sorta di dichiarazione attestante che le cose si sono svolte secondo il prefissato accordo-consenso.
Si tratterebbe di una specie di liberatoria o di un “Nulla a pretendere” come diceva l’indimenticabile Peppino De Filippo.

consensoUn non richiesto ma autorevole parere è stato espresso, con fine arguzia giuridica e amorevole premura verso i cittadini, dall’attuale Presidente del Tribunale di Milano tal Fabio Roia il quale, suggerisce che in caso di dubbio sul redigendo consenso o di dubbio sulla sua successiva interpretazione, i due soggetti della coppia farebbero bene ad astenersi.

Non ricordo quale filosofo tedesco disse: “e vai con le seghe!”.

Tale proposta di legge, come direbbero i più acuti politologi e i più raffinati costituzionalisti, è stata votata alla Camera dei Deputati con votazione “bipartisan”: è proprio vero che tra l’attuale destra e l’attuale sinistra c’è assoluta identità. L’unico elemento che distingue le due dette aree politiche è quello della competizione: una gara a chi è più cretino.

Per fortuna tale incredibile proposta di legge è stata “bloccata” al Senato.
E con ciò si è evitato che il Parlamento si trasformasse definitivamente in una rassegna teatrale di porno-erotismo comico.

Prof. Augusto Sinagra

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