Arriva l’ok definitivo al Senato della riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere della magistratura
Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione. Prima del voto, il presidente La Russa ha disposto l’accertamento del numero legale dei presenti in Aula. Il passo successivo, essendo mancata, come previsto, la prescritta maggioranza dei due terzi, sarĂ il referendum confermativo, per il quale tanto la maggioranza quanto l’opposizione hanno fatto sapere di essere intenzionate ad avviare le procedure (firme di un quinto dei parlamentari di una Camera o di 500mila elettori o richiesta da parte di cinque Consigli regionali).
Le opposizioni con i cartelli in Aula: “No ai pieni poteri”
I senatori del Pd, del M5s e di Avs hanno protestato contro l’approvazione della riforma della giustizia, mostrando cartelli con la scritta “no ai pieni poteri”. Nello schieramento opposto, dai banchi del centrodestra si sono sentiti applausi subito dopo il voto.
Tra marzo e aprile il referendum sulla riforma della giustizia
Lo stesso Nordio ha annunciato che si arriverĂ al referendum sulla riforma della giustizia tra marzo e aprile. “Vogliamo il referendum perchĂ© è una materia così importante e sensibile che è giusto che si consultino i cittadini. Non abbiamo paura. L’ultimo ossimoro è dire che facciamo un attentato alla Costituzione quando è la stessa che dice che può essere modificata e cambiata infine con un referendum”. tgcom24.mediaset.it


 
                                     
                                    