La Camera ha dato l’ok alla mozione di maggioranza sul memorandum Italia-Libia sui migranti
Si tratta dei famosi accordi sottoscritti nel 2017 dal governo Gentiloni per tentare di arginare il fenomeno migratorio fornendo aiuti e supporto alle guardie di frontiera e costiera libiche. E finanziando programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell’immigrazione illegale. La mozione approvata alla Camera non è vincolante, ma di fatto sancisce il rinnovo automatico dell’accordo che scatterà il 2 novembre e renderà il patto con Tripoli valido per altri tre anni.
I voti a favore sono 153, 112 i contrari e 9 astenuti. La mozione del centrodestra contiene un unico impegno: quello di “proseguire la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di immigrati e di prevenzione delle partenze dalla Libia, fondata sul Memorandum del 2017, procedendo al rinnovo dello stesso”. Sono invece state bocciate le mozioni presentate da Pd, Avs e Iv (i 5 stelle si sono astenuti) e la mozione dei pentastellati (le altre opposizioni si sono astenute).
Respinte le mozioni del campo largo (che si è diviso)
La maggioranza ha invece respinto le due mozioni presentate dall’opposizione: sia quella firmata da Elly Schlein e dagli altri leader del campo largo, sia quella del Movimento 5 stelle che sul tema non si è allineato al resto della coalizione chiedendo una revisione degli accordi. Più radicale la proposta degli altri partiti di opposizione (Pd, Avs, +Europa e Italia Viva) che invece hanno chiesto al governo di “non procedere a nuovi rinnovi automatici del Memorandum con la Libia, sospendendo immediatamente ogni forma di cooperazione tecnica, materiale e operativa che comporti il ritorno forzato di persone verso il territorio libico”.
Fratoianni: “Il memorandum va stracciato”
Con la maggioranza ha votato il deputato del Partito Liberaldemocratico, Luigi Marattin, mentre i deputati di Azione, il partito di Carlo Calenda, si sono astenuti in tutte tre le mozioni. Dure le reazioni dei leader politici del campo largo. Per Nicola Fratoianni il memorandum è “la storia di un gigantesco fallimento” e “del naufragio sistematico del diritto internazionale”. Un accordo che andrebbe “stracciato” perché, argomenta il leader di Avs, ha permesso di chiudere gli occhi “di fronte a una sistematica, impunita, drammatica violazione dei diritti umani fondamentali di persone fragili, inermi in Libia, nel mar Mediterraneo”.
Orfini: “Con il memorandum l’Italia viola i diritti per procura”
Per il deputato Pd Matteo Orfini l’accordo con Tripoli permette “di violare i diritti per procura, chiedere ad altri quello che sarebbe illegale se lo facessimo noi”. “Rivendicare i numeri, come fa la maggioranza dei cosiddetti salvataggi in mare, significa rivendicare delle deportazioni” dice Orfini, perché “le persone non vengono rimpatriate in ‘centri’ come la risoluzione sostiene, ma in lager dove vengono uccise, torturate e stuprate”.
Sulla stessa linea l’esponente di +Europa Riccardo Magi. “Il problema – spiega – è che la definizione di immigrazione illegale che c’è in Libia non corrisponde a quella del diritto italiano e del diritto europeo. Questo significa che in questi anni il nostro Paese ha contribuito materialmente e ha autorizzato, da un punto di vista giuridico, le autorità libiche a compiere atti illegali”.
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