La riforma della finanza vaticana entra ufficialmente in vigore con la pubblicazione su L’Osservatore Romano
Con il Motu Proprio “Coniuncta Cura”, Papa Leone XIV ridefinisce i ruoli delle istituzioni economiche della Santa Sede, togliendo allo Ior – l’Istituto per le Opere di Religione – l’esclusiva sugli investimenti e restituendo all’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, una funzione centrale nella gestione dei fondi. La decisione, frutto delle raccomandazioni del Consiglio per l’Economia e del Comitato per gli Investimenti, mira a promuovere una “responsabilità condivisa” tra gli organismi curiali, nel solco della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium.
Che cosa cambia subito per Apsa e Ior
Con la nuova normativa, l’Apsa torna a essere il principale ente di amministrazione e gestione patrimoniale del Vaticano. Lo Ior, che durante il pontificato di Papa Francesco aveva ottenuto l’esclusiva sugli investimenti, conserva un ruolo operativo ma non più monopolistico.
Il Motu Proprio stabilisce che l’Apsa possa scegliere di avvalersi della struttura interna dello Ior per eseguire operazioni finanziarie, ma – per la prima volta dopo anni – potrà anche rivolgersi a intermediari esterni, italiani o internazionali, se giudicati più efficienti o convenienti dal Comitato per gli Investimenti.
Governance, controlli e trasparenza
La scelta del Pontefice non è solo tecnica ma anche istituzionale. Con la formula della “corresponsabilità nella communio”, Papa Leone introduce un principio di gestione collegiale delle risorse della Santa Sede. L’obiettivo è rafforzare i controlli interni, evitare concentrazioni di potere economico e garantire maggiore trasparenza nella gestione dei fondi vaticani, dopo anni di riforme avviate per prevenire irregolarità e conflitti d’interesse. Il nuovo equilibrio tra Apsa, Ior e Comitato per gli Investimenti intende assicurare un sistema più bilanciato, fondato sulla verifica reciproca delle competenze. […]
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