Vladimir Putin ignora gli ultimatum di Stati Uniti ed Europa per rivelare le sue reali intenzioni sul faccia a faccia con il leader ucraino
E da Tanjin, in Cina, attacca l’Occidente, insieme al suo “amico” Xi Jinping, ostenta un rinnovato asse con il premier indiano Narendra Modi e sostiene con forza il lancio da parte di Xi della ‘Global governance initiative’, l’ambizioso piano per un nuovo ordine mondiale capace di soppiantare quello Occidentale a guida Usa emerso dopo la Seconda guerra mondiale.
Un riallineamento trilaterale che non è piaciuto al convitato di pietra del vertice Sco, in Cina: il presidente americano Donald Trump, nel mirino per lo tsunami dei dazi, è tornato ad attaccare l’India, destinataria di tariffe al 50% per gli acquisti di petrolio da Mosca. “Fa più affari con la Russia”, ora New Delhi vuole ridurre i dazi. Ma lo avrebbero dovuto fare anni fa”, ha accusato ancora il tycoon su Truth.
Dopo la passerella di Ferragosto sul tappeto rosso steso da Trump in Alaska, il capo del Cremlino è stato tra i più ricercati nella città portuale cinese all’incontro dei 27 leader euroasiatici, tra una stretta di mano e un saluto fino all’abbraccio. La Sco – che conta su Cina, India, Russia, Pakistan, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Bielorussia (più 17 Paesi come partner di dialogo) – è pubblicizzata come un modello di collaborazione non occidentale che propone di rappresentare un’alternativa alle alleanze tradizionali.
Vorrei proporre un’iniziativa di governance globale (Ggi) e collaborare con tutti i Paesi per costruire insieme un sistema più giusto ed equo e procedere verso una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”, capace di ridurre “il gap tra il Nord e Sud globali”, ha annunciato Xi durante i lavori. Mentre le tendenze storiche “di pace, sviluppo, cooperazione e mutuo beneficio restano immutate, la mentalità della Guerra Fredda, l’egemonismo e il protezionismo continuano a perseguitare il mondo”, ha aggiunto il leader cinese, avendo nel mirino le politiche di Trump. Ci sono “nuove minacce e sfide, e il mondo si è trovato in un nuovo periodo di turbolenza e trasformazione”.
Cinque i principi suggeriti: uguaglianza sovrana, stato di diritto internazionale, multilateralismo, approccio incentrato sulle persone e adozione di azioni concrete. Con le tre ‘Iniziative globali’ già lanciate su sicurezza, sviluppo e civilizzazione, la quarta calata da Xi è “un dono del presidente al mondo”, ha affermato nella conferenza stampa finale il ministro degli Esteri Wang Yi, il fidato esecutore dei piani del presidente cinese in diplomazia.
Putin, Xi e Modi sono stati ripresi mentre chiacchieravano, affiancati dagli interpreti. Modi e Putin, fotografati tenendosi per mano, hanno avuto colloqui nel pomeriggio. I media statali russi hanno riferito che hanno trascorso quasi un’ora a parlare “faccia a faccia” nell’auto presidenziale blindata di Putin (una Aurus Senat) prima dell’incontro bilaterale ufficiale.
“Le conversazioni con lui sono sempre illuminanti”, ha scritto Modi su X. E sul conflitto in Ucraina ha auspicato una fine “il prima possibile” a favore di “una pace stabile”.
Molti dei 27 leader presenti, incluso il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, si trasferiranno a Pechino per la parata militare del 3 settembre per celebrare gli 80 anni della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Su Piazza Tienanmen ci sarà anche il leader nordcoreano Kim Jong-un, al debutto assoluto in un evento multilaterale, insieme a Putin e Xi, sempre più convinto di poter guidare il Sud globale. ANSA