“Diritti dei Rom”, Bruxelles: ‘no sgomberi senza case’

Rom Giugliano
campo Rom di Giugliano

Il messaggio che passa è chiaro: basta occupare un terreno costruendoci sopra un villaggio per poi ottenere una casa vera

di Massimo Sanvito – A Giugliano, un quarto d’ora da Napoli, fino allo scorso aprile esisteva il campo di via Carrafiello, popolato da quasi 500 rom (di cui la metà minori) dell’ex Jugoslavia: il più problematico d’Italia quanto a degrado e delinquenza. Basti ricordare il caso della bimba di sette anni morta folgorata, nel gennaio del 2024, dopo aver sfiorato dei cavi scoperti e il successivo assalto all’ospedale di un centinaio di “signori” che avevano pure pensato bene di devastare un’auto della polizia per sfogare la loro rabbia.

Ecco, questo insediamento abusivo su terreni privati, il cui proprietario dal 2019 ne reclama lo sgombero, è stato abbandonato dagli stessi abitanti sotto la minaccia dello smantellamento ordinato dal tribunale. Tutto è bene quel che finisce bene? Macché.

Oltre ad essersi trasferiti in un’area poco lontana, si dà infatti il caso che il Centro europeo per i diritti dei rom e l’Associazione 21 luglio – lo scorso marzo – abbiano indirizzato un reclamo al Comitato europeo dei diritti sociali, una costola del Consiglio d’Europa, sostenendo che «i ripetuti sgomberi forzati subiti dalle famiglie rom in Italia, il persistente fallimento nel fornire un’abitazione alternativa adeguata e la continua e sistemica discriminazione subita dalle comunità rom violano l’articolo 31 (diritto all’abitazione) e l’articolo E (non discriminazione) della Carta sociale europea». Impensabile, per loro, che chi da quarant’anni se ne infischia delle regole possa essere sgomberato. Lesa maestà.

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Il caso Giugliano, si leggeva nel reclamo, «esemplifica il continuo fallimento delle autorità italiane nel garantire pari accesso a un’abitazione adeguata per i rom, aggravando l’assenza di una dimora fissa e perpetuando sistematicamente discriminazione e segregazione». Detto fatto: a Bruxelles, nelle scorse settimane, hanno dichiarato ammissibile il reclamo delle associazioni contro il nostro Paese, ordinando pure al governo «di adottare misure urgenti per tutelare i diritti delle famiglie rom interessate».

casa popolare ai rom

Tradotto: lo Stato deve fornire «immediatamente» alloggi «temporanei, sicuri e adeguati» dotati dei servizi essenziali come «acqua, igiene, riscaldamento, smaltimento dei rifiuti ed elettricità». Il governo, entro metà settembre, dovrà riferire «in merito alle misure adottate per conformarsi a questa decisione».

Il messaggio che passa è molto chiaro: basta prendersi senza alcun titolo un terreno costruendoci sopra un villaggio per poi ottenere una casa vera. Ed esultano le associazioni rom friendly.

«La politica italiana di “superare il sistema dei campi” non deve significare lo sgombero indiscriminato delle famiglie rom e la violazione dei loro diritti e del loro benessere. Accogliamo con favore la rapida azione del Comitato e sollecitiamo le autorità italiane a implementare queste misure senza indugi», spiega Dorde Jovanovic, presidente del Centro europeo per i diritti dei rom.

«Adesso la palla alle autorità italiane, chiamate a dare una risposta reale e sostenibile alla drammatica condizione delle famiglie presenti nell’insediamento di via Carrafiello», dichiara invece Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, che annuncia che nelle prossime settimane «presenteremo un dettagliato rapporto sulla condizione di queste comunità che potrà sicuramente rappresentare uno strumento prezioso per poter iniziare ad avviare sostenibili processi di inclusione abitativa».

E dire che la Regione Campania ha stanziato oltre 800mila euro per i rom di via Carrafiello con l’obiettivo di garantire case, assistenza sanitaria e inclusione sociale, mentre il Comune di Giugliano ha deciso di destinare un immobile confiscato alla mafia a nuova residenza per una quarantina di nomadi. Eppure, guai a sgomberarli…
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