“Inutile e distruttivo” il quadruplicamento ferroviario Bologna-Castebolognese

FERROVIA AV/AC BOLOGNA-CASTEL BOLOGNESE

QUADRUPLICAMENTO FERROVIA AV/AC BOLOGNA-CASTEL BOLOGNESE

IMOLA 22 GIUGNO 2025 – IN RISPOSTA ALLE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MICHELE DE PASCALE SUL QUADRUPLICAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA BOLOGNA–CASTEL BOLOGNESE

Abbiamo letto con grande attenzione, e altrettanta preoccupazione, l’intervista rilasciata questa mattina dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, nella quale si afferma che il progetto di quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna–Castel Bolognese “va assolutamente fatto”, e che le osservazioni presentate dai territori verranno accolte solo in parte.

Prima ancora di entrare nel merito delle dichiarazioni, vogliamo ricordare che dalle analisi tecniche condotte da personale qualificato e indipendente è emerso con chiarezza che il progetto è sbagliato nella sua concezione a monte: una grande opera impattante, che rischia di devastare il territorio senza nemmeno garantire i risultati attesi in termini di miglioramento della mobilità ferroviaria. Non si tratta solo di un problema di impatto ambientale, ma di una visione sbagliata e superata, che non tiene conto delle specificità del territorio, della reale domanda di mobilità locale, né delle alternative esistenti.

Di fronte a tutto ciò, ci sentiamo chiamati a intervenire pubblicamente, nel rispetto della verità dei fatti e nell’interesse dei cittadini che rappresentiamo. Il nostro Coordinamento nasce dall’ascolto del territorio e dall’analisi puntuale di un progetto che – per come è stato finora impostato – rischia di compromettere il paesaggio, la vivibilità e l’identità stessa delle nostre comunità.

Per essere il più oggettivi possibile, vogliamo riepilogare quanto è accaduto finora, per come lo abbiamo potuto ricostruire:

  1. La comunicazione da parte delle amministrazioni comunali è stata pressoché assente, fatta eccezione per i minimi obblighi di legge. Nessuna iniziativa informativa, nessun confronto con la cittadinanza è stato promosso da chi avrebbe avuto il dovere istituzionale di rappresentare e tutelare le comunità locali.
  2. Le osservazioni al progetto presentate dagli enti locali sono state tardive e, nella maggior parte dei casi, irrilevanti rispetto alla portata dell’intervento. A differenza delle numerose, documentate e puntuali osservazioni presentate da cittadini, associazioni, agricoltori e comitati, le amministrazioni comunali hanno mostrato un sostanziale disinteresse o una preoccupante subalternità.
  3. La scelta del tracciato e delle opere accessorie sembra essere stata compiuta privilegiando logiche centralistiche, senza tenere conto delle possibilità tecniche di sviluppo alternativo del progetto, che dovrebbero avere come focus principale – tra gli altri – l’implementazione del traffico merci e l’ottimizzazione del nodo logistico del porto di Ravenna, vero volano economico regionale e nazionale. L’impressione è che la pianificazione sia stata guidata più da automatismi burocratici e ingegneristici che da una visione strategica e sostenibile del futuro del territorio.
  4. Il primo e più naturale strumento di partecipazione istituzionale – i Consigli Comunali – non è stato minimamente coinvolto nell’implementazione del tracciato. La questione è emersa solo grazie alla diretta attività di singoli gruppi consiliari, spesso di minoranza. I sindaci dei territori interessati si sono mostrati silenti, talvolta perfino infastiditi dalle iniziative pubbliche dei cittadini. Da quel momento in poi, nessuno di loro si è più espresso pubblicamente sul reale impatto dell’opera o sulla propria posizione rispetto al progetto.
  5. Non è mai stata avviata una vera valutazione comparativa tra le soluzioni progettuali, né sono stati resi noti i criteri con cui alcune osservazioni sono state accolte e altre respinte.

A questo si aggiunge un ulteriore, grave elemento di disorientamento: vogliamo capire dove sia finita la coerenza tra quanto dichiarato in Assemblea Legislativa il 13 maggio, a nome del Presidente e della Giunta, e quanto affermato oggi dal Presidente stesso. Le parole pronunciate allora sembravano andare nella direzione della tutela dei territori e della massima attenzione alle osservazioni dei cittadini e a progetti alternativi. Quelle di oggi, invece, sembrano archiviare ogni confronto, ogni dubbio, ogni riflessione, come se le voci dei territori non contassero più. Un’alternativa progettuale non sembra essere sul tavolo del confronto con RFI.

Sembra quasi che le dichiarazioni del 13 maggio pronunciate della sottosegretaria Manuela Rontini siano servite solo a tenere buoni i comitati e i cittadini, per poi arrivare – dopo quasi un mese e mezzo di silenzio – a un drastico ribaltamento di linea. Ma se, come affermato allora, il progetto era “inutile e distruttivo”, dov’è oggi il coraggio di difendere quel giudizio?

Se questo è quanto il Presidente di una delle regioni più importanti d’Italia è in grado di opporre a difesa del proprio territorio, abbiamo il dovere, come cittadini, di non restare in silenzio.

ARMANDO MARTIGNANI
Presidente del Coordinamento dei Comitati


Ferrovia Bologna-Castel Bolognese: “opera che rischia di sventrare le comunità locali”

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