Eurocamera: ‘comunità Lgbtq+ meno tutelate. Criminalizzare i discorsi d’odio’

UE LGBT

BRUXELLES – C’è un peggioramento della tutela delle minoranze e dei gruppi vulnerabili, con particolare attenzione alle persone Lgbtiq+, insieme a minacce sistemiche e nuove allo stato di diritto in tutta l’Ue. Sono i punti centrali della relazione della Commissione sullo Stato di diritto per il 2024, una risoluzione non legislativa, adottata dalla plenaria con 405 voti a favore, 210 contrari e 36 astensioni.

Il documento condanna gli attacchi alla libertà di stampa, l’uso di spyware contro giornalisti e società civile e la diffusione della disinformazione che mina i processi democratici. Contiene poi un nuovo appello a sbloccare la procedura dell’articolo 7 nei confronti dell’Ungheria.

La relazione approvata dal Parlamento europeo ribadisce l’esigenza di sistemi giudiziari indipendenti ed efficaci, dotati di personale altamente qualificato, e sottolinea l’importanza di valutare le riforme in corso negli Stati membri. Condanna le interferenze nelle indagini su casi di corruzione e l’uso improprio della giustizia a fini politici. Richiama con forza l’attenzione sulla necessità di un’applicazione più rigorosa dei valori dell’Ue e delle decisioni della Corte di giustizia dell’Unione europea, avvertendo che è in gioco la legittimità dell’ordine giuridico dell’Unione.

La relazione condanna l’intenzione della Commissione di ritirare la proposta di direttiva sulla parità di trattamento e chiede la criminalizzazione dei discorsi d’odio a livello europeo. I deputati condannano gli attacchi alla libertà di stampa, l’uso di spyware contro giornalisti e società civile, e la diffusione della disinformazione che mina i processi democratici. Chiedono a tal fine l’attuazione completa delle normative europee di recente adozione, tra cui regolamento europeo sui servizi digitali (Digital Services Act) e legge europea sulla libertà dei media (European Media Freedom Act).

Il Parlamento evidenzia gli sviluppi preoccupanti riguardanti il diritto di riunione, la rapida contrazione dello spazio civico, gli attacchi ai diritti delle persone Lgbtiq+, una debole applicazione delle norme anticorruzione, l’ascesa dell’estremismo, le minacce ai processi elettorali e l’uso della tecnologia per limitare i diritti democratici. I deputati ribadiscono inoltre la necessità di maggiori strumenti a disposizione dell’Ue per vincolare in modo più diretto l’esborso dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto.

Mettono in guardia però anche contro possibili abusi di tale condizionalità a scapito della società civile, invitando la Commissione a garantire che i fondi europei raggiungano i beneficiari finali, anche tramite meccanismi di finanziamento diretto. Infine, per quanto riguarda l’Ungheria, nella risoluzione si menzionano esplicitamente le persistenti violazioni dei valori dell’Ue da parte di Budapest, facendo riferimento all’influenza politica sulla procura e all’uso improprio dei fondi europei, e si invita il Consiglio a sbloccare le procedure dell’articolo 7 rimaste in sospeso. ANSA

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