Satelliti, Nato: minacce spaziali da Russia e Cina

I Paesi della Nato si preparano a sostenere la creazione di un nuovo centro di comando spaziale in Germania con l’obiettivo di contrastare le minacce alle infrastrutture satellitari in orbita. Lo ha annunciato Jens Stoltenberg, segretario generale dell’alleanza atlantica.

“Alcune nazioni – tra cui Russia e Cina – stanno sviluppando sistemi anti-satellite che potrebbero ridurre la capacità visiva, disabilitare o abbattere i satelliti e creare pericolosi detriti in orbita”, ha dichiarato Stoltenberg in un comunicato. “Dobbiamo aumentare la nostra consapevolezza delle sfide nello spazio e la nostra capacità di affrontarle”, ha aggiunto il norvegese.

Il centro di comando spaziale dovrebbe sorgere presso la base aerea tedesca già esistente di Ramstein. Un impegno che si aggiunge a quelli già presi da Stati Uniti e Francia, che hanno già delineato i propri piani per istituire programmi di comando spaziale militare. Circa la metà dei 2mila satelliti stimati attualmente in orbita attorno alla Terra sono di proprietà dei Paesi della Nato. L’Ue ha già speso diversi miliardi per il lancio di satelliti che compongono la flotta di geolocalizzazione denominata Galileo e il sistema di osservazione della Terra meglio noto come Copernico.

“I sistemi satellitari – prosegue Stoltenberg – mantengono il nostro mondo in funzione con modalità di cui molte persone nemmeno si rendono conto”. “Il commercio, le previsioni del tempo, i telefoni cellulari e le banche fanno affidamento sui satelliti”, ha precisato in un’intervista alla Deutsche Welle il segretario generale della Nato.

La mossa militare sottolinea una maggiore attenzione alle minacce spaziali. Alla fine dello scorso anno, la Nato ha inoltre deciso di designare lo spazio come quinto luogo d’azione insieme a aria, mare, terra e cyberspazio. Il centro di Ramstein “sarà un punto focale per garantire il supporto spaziale alle operazioni della Nato, condividere le informazioni e coordinare le nostre attività”, ha concluso Stoltenberg.“

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