Chi controlla TikTok? I dati degli utenti UE restano in Cina e negli Usa

TikTok e WeChat

Antonio Amorosi – – TikTok è il social network in più forte ascesa negli ultimi anni ed è cinese. E’ utilizzato in modo massiccio dai giovani, inizialmente indirizzato a quelli dai 13 anni su. Funziona caricando video della durata dai 15 ai 60 secondi.

Il social è finito tempo fa nel mirino dell’amministrazione di Donald Trump perché accusato di non assolvere ai criteri che garantiscono la sicurezza dei dati personali degli utenti e una profilassi corretta sulla privacy. In sostanza non si ha certezza di dove finiscano i dati. Trump ha anche emanato un ordine esecutivo che da metà settembre proibiva ogni transazione con la app cinese così come di scaricarla. La app è di proprietà della cinese ByteDance. Ma in queste ore un giudice federale ha temporaneamente bloccato il bando.

Oltre al problema di dove finiscano i dati, che con molta probabilità sono anche nelle mani del governo cinese, sulla app resta oscuro il meccanismo di moderazione dei contenuti.

Il giornale britannico The Guardian ha pubblicato circa un anno fa un reportage dove spiega come su TikTok i contenuti riguardanti le manifestazioni ad Hong Kong vengano sistematicamente censurati. Dello stesso tenore un’inchiesta pubblicata dal Washington Post. Medesima sorte ricevono i contenuti con riferimento a dissidenti cinesi, a Piazza Tiananmen, all’indipendenza del Tibet e al gruppo religioso Falun Gong, bandito in Cina. Agli aderenti del gruppo, detenuti, viene praticato l’espianto degli organi, come ha riportato China Tribunal, un organismo indipendente istituito a Londra per investigare sulla pratica disumana messa in atto dal governo cinese.

TikTok risponde ufficialmente che il social network serve solo per intrattenere, non si occupa di politica e che l’app è indipendente dal governo cinese. La società starebbe creando un gruppo dirigente con sede negli Stati Uniti.

La piattaforma di notizie a sfondo tecnologico The Verge gestita dalla società americana Vox Media, ha però reso pubbliche le rivelazioni di alcuni ex dipendenti statunitensi della società: i supervisori cinesi con sede a Pechino hanno l’ultima parola sulla moderazione e l’approvazione dei video segnalati. In più il governo cinese può accedere ai dati degli utenti, senza rendere conto a nessuno. Il fatto vale ovviamente per chiunque, anche non cinese, che utilizzando la app comunichi inevitabilmente i propri dati.

Per frenare le critiche e i motivi che l’hanno messa in un’inquietante cono d’ombra, tempo fa TikTok ha annunciato che avrebbe costruito entro il 2021 un sito da 420 milioni di euro in Irlanda, per custodire i dati degli utenti europei. La società attualmente archivia i dati personali degli europei, italiani compresi, in siti in Cina, negli USA e a Singapore.

Ma negli ultimi giorni si è scoperto che TikTok non trasferirà retroattivamente tutti i dati personali degli utenti europei nel nuovo data center irlandese, quando la struttura sarà completata l’anno prossimo. Il data center verrà utilizzato solo per ospitare i nuovi dati provenienti dalla UE, dal momento in cui sarà operativa. Lo ha dichiarato Theo Bertram, direttore delle relazioni governative e delle politiche pubbliche in Europa di TikTok in un colloquio con esponenti del governo britannico. Ma il manager ha anche precisato alla BBC che “il suggerimento che siamo in qualche modo sotto il controllo del governo cinese è completamente e assolutamente falso”. Conoscendo la trasparenza e i metodi cinesi non si può che credergli!

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