L’autopsia eseguita oggi sul corpo della bambina di due anni morta ieri a Borgo Valbelluna ha accertato che il decesso è stato causato da una meningoencefalite da streptococco pneumoniae
L’esame, disposto dalla Procura di Belluno, rappresenta il primo riscontro tecnico sulle cause che hanno portato alla morte della piccola poche ore dopo le dimissioni dal pronto soccorso di Feltre. L’inchiesta, avviata dopo l’esposto dei genitori, vede indagato il pediatra che aveva visitato la bambina nella notte tra venerdì e sabato.
L’esito dell’autopsia e le prime conclusioni medico-legali
L’autopsia, svolta su incarico del sostituto procuratore Claudio Fabris, ha confermato che la bambina è deceduta per una meningoencefalite da pneumococco, un’infezione batterica acuta che può colpire le meningi e il tessuto cerebrale. L’esame dovrà ora essere approfondito con analisi di laboratorio e valutazioni integrative, utili a definire la rapidità di evoluzione della malattia e la compatibilità tra i sintomi riferiti dai familiari e il quadro riscontrato. Le risultanze preliminari dell’accertamento medico-legale costituiranno la base per ricostruire le ultime ore di vita della bambina e verificare se la patologia fosse già riconoscibile al momento della visita in pronto soccorso.
La morte della bambina e il quadro clinico riferito dai genitori
La morte è avvenuta giovedì, poche ore dopo la dimissione dall’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre. La famiglia ha raccontato di episodi di febbre molto alta nei giorni precedenti, fino a 39 gradi, accompagnati da astenia e da un episodio di strabismo, elementi che avevano destato forte preoccupazione. La piccola era stata portata in pronto soccorso nella notte tra venerdì e sabato, quando la temperatura risultava elevata e il suo stato generale appariva compromesso. Dopo il rientro a casa, la situazione sarebbe precipitata rapidamente fino al decesso avvenuto tra le braccia del padre. La sequenza degli eventi è ora oggetto di un’accurata ricostruzione da parte degli inquirenti.
La visita al pronto soccorso e la diagnosi iniziale
Durante la visita effettuata nella notte, il medico aveva diagnosticato una laringotracheite acuta e aveva prescritto una terapia antibiotica associata all’aerosol. Secondo quanto emerge dai documenti sanitari, nel referto era indicata l’assenza di segni meningei al momento dell’esame clinico, mentre la febbre risultava in quel momento più contenuta rispetto ai picchi riferiti dalla famiglia. La piccola era stata quindi dimessa con indicazioni terapeutiche domiciliari. Gli inquirenti stanno verificando se i sintomi riportati dai genitori potessero già suggerire una patologia di natura diversa e se tutte le procedure previste per i casi febbrili complessi siano state correttamente applicate.
La posizione del medico indagato e il ruolo dei “gettonisti”
Il pediatra che aveva visitato la bambina è un medico di 76 anni assunto come “gettonista”, ossia un professionista impiegato con contratti a prestazione per coprire turni ospedalieri in situazioni di carenza di personale. Questo tipo di incarico, utilizzato in diversi reparti del Servizio sanitario nazionale, prevede la presenza di medici esterni chiamati a garantire la continuità assistenziale. La Procura di Belluno ha iscritto il professionista nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo, un atto dovuto per consentire il pieno svolgimento degli accertamenti e la partecipazione a tutte le attività peritali. Saranno ora valutati la visita effettuata, la diagnosi formulata e le scelte cliniche adottate.
Diagnosi e trattamento della meningoencefalite da pneumococco
La meningoencefalite da streptococco pneumoniae è una forma severa di infezione che colpisce il sistema nervoso centrale. Richiede un riconoscimento tempestivo, poiché può progredire rapidamente. La diagnosi si basa sulla combinazione tra osservazione clinica e accertamenti diagnostici come analisi del liquido cerebrospinale, esami ematici e, quando necessario, imaging cerebrale. Il trattamento prevede il ricovero ospedaliero immediato, la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro e un supporto clinico costante. La prognosi è strettamente legata alla rapidità dell’intervento terapeutico e alla risposta dell’organismo all’infezione.
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