Si chiama Souzan Fatayer la nuova paladina di Avs che tenta di conquistare Napoli a suon di manifestazioni ProPal
di Giulia Sorrentino – Ieri è finita al centro della polemica, passando da vittima, perché il noto giornalista Paolo Mieli su “24 Mattino” l’aveva definita «una palestinese in leggerissimo sovrappeso». Lei immediatamente ne ha chiesto addirittura la «radiazione dall’ordine dei giornalisti». Però forse dimentica di quando ha [TESTO-BASE] rilanciato sul suo profilo Facebook un video in cui si vede parlare l’ex ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar. Un filmato che ha come copy, ovvero il commento a corredo, una frase da brividi: «Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l’incompleta missione di Hitler». Sì, lo stesso Fuhrer che ha commesso un vero e proprio genocidio uccidendo sei milioni di ebrei. Sono o no gli stessi palestinesi che però gridano al genocidio a Gaza?
«Sono ‘na palestinese napulitana. Nata in Palestina, penso in napoletano». dice lei, quindi parrebbe proprio di sì. Prima candidata alle europee, ora corre come consigliera regionale in Campania. E, infatti, è nata a Nablus, in Palestina, nel 1984, ed è arrivata a Napoli, come le piace sottolineare sui social, «lo stesso anno in cui arrivava Diego Armando Maradona».
Però, sui social, non c’è solo la passione per il Pibe de Oro la Campania, bensì anche per quella che lei definisce «resistenza». Attenzione, perché non è la sola, nelle piazze l’equazione Hamas uguale resistenza è una moda. È quasi singolare definirla organizzazione terroristica, cosa che è ma che in molti sembrano dimenticare in un vuoto mnemonico permanente. E anche Fatayer, il 27 ottobre del 2023, quindi dopo l’eccidio del 7 ottobre avvenuto per mano di Hamas, scriveva che «l’esercito israeliano irrompe a Jenin. La situazione critica. La resistenza affronta l’esercito». Quindi, appunto, non Hamas.
Ma c’è anche un altro post i cui scriveva che «la resistenza, i nostri ragazzi martiri uccisi per difendere la loro patria, la loro città, la loro dignità conto l’invasione sionista», e nella gallery di fotografie anche due uomini armati di fucili. Fa strano, però che tra i suoi “bersagli” verbali ci siano anche uomini che teoricamente dovrebbe considerare alleati: il direttore de Il Fatto Quotidiano viene definito, insieme al direttore del Tg La7 Enrico Mentana «soldato dello Stato canaglia», mentre per il deputato del Pd Piero Fassino «e company» (company chi sarebbero?) se ne esce con un «vi dovete solo vergognare. Penso che il 25 aprile per voi non esiste. Siete dei vighliacchi, disumani e questo è poco per definirvi come tale».
Ma non risparmia nemmeno il leader di Italia Viva: «Pensavo che non ci fosse un politico italiano più ignorante di Gasparri, ma Renzi lo supera. Poveri noi». […]
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