Sette anni e mezzo di carcere. È terminato con questa condanna, il 17 ottobre, il processo di primo grado a un ragazzo sulla 20ina (di origine congolese) accusato di violenza sessuale. La pena stabilita dalle giudici Immacolata Iadeluca, Federica Florio e Milena Chiara Lombardo è inferiore ai nove anni di reclusione chiesti dalla sostituta procuratrice Livia Locci, che aveva coordinato le indagini.
Il primo incontro in discoteca
I fatti al centro del processo risalgono al 2023. A differenza di quanto si era detto inizialmente, l’imputato e la vittima non si sarebbero conosciuti in una chat online, ma in una serata in discoteca. Lei aveva 17 anni, lui era maggiorenne ma poco più grande. Si sono scambiati i numeri di telefono, sono rimasti in contatto via messaggio e, qualche tempo dopo, hanno deciso di andare insieme a vedere un film.
La violenza in bagno
Quel giorno, in un cinema di Torino, la violenza si è consumata all’interno di un bagno. La vittima ne ha subito parlato con la mamma e la zia. Insieme a loro, ha denunciato tutto alle autorità, dando il via all’inchiesta.
Il processo si è svolto a porte chiuse, per tutelare la ragazza. Alcuni familiari e diversi amici della presunta vittima sono stati ascoltati dal giudice come testimoni. Si erano ritrovati tutti fuori dall’aula del palazzo di giustizia e hanno atteso, uno alla volta, il momento in cui sono stati chiamati per raccontare cosa sanno della violenza.
L’imputato potrà presentare ricorso alla Corte d’appello. I suoi avvocati preferiscono non rilasciare dichiarazioni.
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