Per difendersi e per vivere una vita intellettualmente attiva è essenziale saper distinguere la propaganda dall’informazione
di Armando Manocchia – La narrazione C-19 portata avanti dai padroni del mondo ha reso ineludibile una seria riflessione sul rapporto tra l’esercizio della Democrazia e la scienza.
Nonostante questo argomento venga dibattuto da più di un secolo, gli avvenimenti di questo ultimo lustro dimostrano come non sia ancora esaurito né indagato a sufficienza.
Malgrado la moltitudine di persone stressate da lockdown e violentate da mascherine e vessazioni delle FF.OO, complici del Governo genuflesso alle élite criminali, erroneamente si pensa che tutto sia finito proprio perché queste violazioni dei diritti costituzionali e violenze delle libertà fondamentali sono state momentaneamente accantonate per fare spazio al tentativo di convincimento attraverso la Propaganda, che è sempre di prepotente attualità ed ha riflessi estremamente tangibili nelle nostre vite. Per questo motivo, non solo è auspicabile, ma si impone a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo dibattito, poiché il de-responsabilizzarsi comporta una cessione del proprio spazio di libertà e la possibilità che le aberrazioni del recente passato possano ripresentarsi con rinnovata furbizia e violenza.
Dall’eugenetica, scienza orientata al miglioramento della specie umana, passando dalla pubblicazione del Manifesto della razza, fino alla narrazione C-19, le peggiori atrocità compiute da questi psicopatici, sono state perpetrate nel nome della scienza. Ma di quale scienza si tratta? Chi è, chi sono, chi rappresenta la scienza o meglio, la nuova scienzah?
A formulare queste domande, come facciamo noi, e promuovere queste teorie relegate oggi a pseudo-scienza, non erano infatti fantomatici santoni o filosofi ispirati da divinità oscure, ma insigni studiosi e professori del campo della Medicina, della Psichiatria, della Biologia, della Zoologia, dell’Antropologia…
Bassetti, Burioni, Pregliasco e gli altri testimonial della vaccinologia dovrebbero sapere che è stata la scienza, non l’esoterismo e tanto meno i #novax come me, a fornire l’impalcatura teoretica sulla quale – con argomentazioni tanto convincenti da giustificarne le azioni e da mettere a tacere le voci non allineate – si è fondato il nazismo.
La scienza, se intesa come strumento al servizio di un’ortodossia repressiva, non può dunque essere annoverata tra i fenomeni di nuova generazione. Lapalissiano, ma doveroso ricordarlo.
A chi si è domandato come sia stato possibile che le masse non solo accettassero, ma sposassero entusiaste tali ideologie, l’attualità fornisce una chiave di lettura privilegiata.
Nel parlare della narrazione C-19, ingabbiata tra propaganda e censura, non mi addentrerò nel dibattito scientifico, non soltanto perché non ne ho le competenze, ma perché è una conseguenza e non la causa del clima distopico e nichilista nel quale siamo costretti a vivere da 5 anni.
La ‘Scienza’ o meglio, la Scienzah è stata infatti eletta a strumento con il quale si è giustificata la gestione della psicoinfopandemia, legittimando da un lato la graduale sospensione dei diritti acquisiti e cancellando dall’altro ogni spazio di dialogo e di libertà. Tutto questo è stato reso possibile grazie a una narrazione sapiente e allineata della comunicazione di massa.
La Propaganda
Nella società attuale siamo tutti, più o meno consapevolmente, consumatori di informazioni che, per loro stessa natura, dovrebbero informare gli utenti e non manipolare gli utonti per scopi che spesso esulano dal contesto nel quale sono inserite. Tuttavia, lo ripeto, quella a cui siamo spesso esposti non è informazione, ma propaganda. Ed è difficile per troppa gente distinguere la propaganda dall’informazione.
Leggiamo nell’enciclopedia Treccani. La propaganda è una: «Azione che tende a influire sull’opinione pubblica, orientando verso determinati comportamenti collettivi, e l’insieme dei mezzi con cui viene svolta».
Tra i primi a rendersi conto di quanto la comunicazione si prestasse alla manipolazione scientifica dell’opinione pubblica, troviamo Edward L. Bernay, nipote di Sigmund Freud, considerato il ‘padre delle relazioni pubbliche’. Nel suo saggio Propaganda – Della manipolazione dell’opinione pubblica in democrazia, pubblicato nel 1928, scriveva:
«La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini sociali e delle opzioni delle masse è un elemento fondamentale della società democratica. Quelli che gestiscono questo meccanismo nascosto della società costituiscono un governo invisibile che rappresenta il vero potere dominante del nostro paese […] Noi siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti vengono creati, le nostre idee vengono influenzate soprattutto da uomini di cui non abbiamo mai neanche sentito parlare. Questo è il risultato logico del modo in cui la nostra società democratica è organizzata […] In quasi tutte le azioni della nostra vita, nella sfera politica o economica, nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un numero relativamente ristretto di persone […] che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente delle persone».
Tra i primi a rendersi conto di quanto la comunicazione mediatica si fosse venduta alle élite sovranazionali e al cartello farmaceutico per la manipolazione scientifica dell’opinione pubblica, siamo stati noi. Da marzo-aprile 2020 abbiamo subito capito che si trattava di una narrazione artatamente creata per manipolare e indottrinare le masse al fine di farsi iniettare un siero che avrebbe portato alla morte o alla disabilità. Ad agosto avemmo la conferma da una Lettera inviata a tutti i Governi del mondo in cui oltre 1.500 medici, scienziati, virologi, epidemiologi, infettivologi ecc. scrissero mettendo in guardia i capi di Governo che si trattava della più grande truffa sanitaria del secolo.
Il fine ultimo di questa manipolazione, secondo Bernays, è: «Controllare e ordinare le masse secondo la nostra volontà senza che queste se ne rendano nemmeno conto». Detto altrimenti: creare consenso tra le masse inconsapevoli e infiltrare quelle consapevoli. Obiettivo: cercare e creare consenso per gestire il dissenso. Duole dirlo, ma questa operazione è riuscita ed è evidente dal fatto che non vi è stata nessuna reazione degna di considerazione contro questa distopica narrazione che attraverso un genocidio vaccinale ha procurato un olocausto sanitario.
Insomma, sebbene gran parte della popolazione percepisca, a livello istintivo, di subire una pressante manipolazione mediatica, attraverso notizie strumentali, false e addirittura create ad hoc, i meccanismi di questo sistema rimangono per lo più sconosciuti e difficilmente riconoscibili.
Tutto questo avviene, oggi, sotto i nostri occhi.
La creazione di nuovi vocaboli, l’eliminazione chirurgica di altri (tramite lo spauracchio del politicamente e sanitariamente corretto), la mannaia mediatica di epiteti in grado di intirizzire il pensiero alternativo (vedi complottista o negazionista), l’istituzione di Task Force contro le fake news… il clima nel quale viviamo è puramente distopico e nichilista.
Pertanto è necessario precisare che subire passivamente un’informazione manipolata, una propaganda, non significa informarsi, ma essere indottrinati. Questo è il volto nascosto e, al contempo, più violento della psicoinfoandemia C-19 ed è, sempre a mio avviso, la questione più grave a dover affrontare. L’obiettivo non è la tanto decantata ‘salvezza’ della nostra salute, quanto la distruzione sistematica del pensiero critico e, dunque, della Democrazia.
Per difendersi e per vivere una vita intellettualmente attiva è dunque essenziale saper distinguere la propaganda dall’informazione.
Perché lo scopo ultimo della propaganda e della censura non è impedire la libera espressione di un pensiero, ma creare le condizioni perché le persone non siano più in grado di formularlo.
Se queste informazioni ti sono state utili sostienici. Grazie.
Armando Manocchia