NITAG, ‘attenti a quei due’: la cagnara contro Bellavite e Serravalle

Bellavite e Serravalle

L’ambigua comunità scientifica, azzerbinata a Big Pharma, si appella a Schillaci per cacciare Paolo e Bellavite ed Eugenio Serravalle

di Armando Manocchia – Cominciamo con una citazione di Olavo de Carvalho: “Se anche nel pieno della confusione generale stai cercando di scoprire quello che è giusto, in mezzo a persone che non sanno più distinguere il bene dal male, allora hai già fatto molto”.

Una petizione che questa mattina, stando a quanto viene raccontato, avrebbe raggiunto qualche migliaio di firme, promossa dal presunto “Patto trasversale della scienza” (Pts) – che se fosse ‘trasversale’ includerebbe anche chi ha pareri diversi – si rivolge al ministro Schillaci per rimuovere i due illustri professionisti da Nitag, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle “vaccinazioni”.

Questa squallida petizione, che tale resterebbe se anche le firme raccolte fossero decine di migliaia – ed ha ricevuto anche il sostegno di un Nobel per la fisica che, con la medicina, la salute e la sanità, ha a che vedere meno di un analfabeta – è stata promossa da una autoproclamata ed autoreferenziale “comunità scientifica” la quale pretende di inoculare un farmaco di cui non si conosce il contenuto (protetto da segreto militare) e gli effetti collaterali, fregandosene dei gravi eventi avversi, decessi compresi, e sentendosi forte dell’immunità, ahimé legalmente concessa, non vaccinale, bensì penale.

Gli “esperti” di questo Patto (NON) trasversale per la scienza (Pts) si sono dunque rivolti con una lettera direttamente al ministro della Salute chiedendo di “revocare le nomine di due membri controversi (?) del Nitag nell’interesse del bene comune e in osservanza ai principi scientifici che devono guidare la composizione di un comitato di così alto prestigio e rilevanza internazionale“.

Diciamo subito che il NITAG stesso è già di per sé un Comitato ambiguo in quanto parte dei componenti che decidono sulla salute della collettività, sembrerebbe avere la stessa competenza in materia di quella di un apprendista stregone.

Vorrei pertanto sottolineare le polemiche politico-ideologiche di questa enigmatica “comunità scientifica”, ingabbiata nella Matrix che, grazie alla fregaturologia (la narrazione psicoinfopandemica?, ha permesso di perpetrare un ‘genocidio vaccinale’ che ha prodotto un ‘olocausto sanitario’ di proporzioni blibiche.

‘Attenti a quei due’ è il caso di dire, perché non li vogliono. E non li voglliono non soltanto perché hanno espresso dubbi in merito alla raffica di “vaccinazioni” ai bambini imposta dalla legge Lorenzin, letali e con gravi effetti collaterali, primo fra tutti l’autismo, ma anche perchè, riguardo alla narrazione ufficiale del C19, hanno avuto l’onestà intellettuale e il rispetto del Giuramento di Ippocrate ‘primun non nuocere’ di assumere sacrosante posizioni critiche verso le strategie vaccinali (leggasi depopolamento), opponendosi, con argomentazioni altamente scientifiche, ai ‘monaci in camice bianco’ per i quali l’intelligenza è peccato e il ‘vaccino’ è un dogma, da accettare senza discutere (antiscienza).

idolatria oms

Invece di prendere esempio dalla direttora della Prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria della Regione Veneto, che nei giorni scorsi ha rinunciato all’incarico al Nitag, per protesta contro la nomina di Bellavite e Serravalle – e per fortuna di tutti noi si è dimessa – questi autoproclamati scienziati, spesso sponsorizzati dal Cartello Farmaceutico, dicono – sperando che qualche idiota ci creda – che i due professionisti da rimuovere, sarebbero persino “privi di adeguata competenza scientifica” (il bue dice cornuto all’asino).

Nel loro piagnisteo a Schillaci, i futuri premi Nobel per la mercificazione delle malattie scrivono che la “diffusione dell’elenco dei componenti del Nitag contenuto nel decreto ministeriale firmato in data 5 agosto 2025 ha suscitato sgomento del mondo medico-scientifico” proprio “per l’inclusione di due membri da sempre critici relativamente alle strategie vaccinali governative e alle linee guida nazionali e internazionali relative, che non vantano una solida produzione scientifica in ambito vaccinale, né riconoscimento accademico in materia di immunizzazione“.

Nella petizione, gli affetti da disordine dell’attenzione, adducono le fantasiose motivazioni che sarebbero base della loro contrarietà: “Queste nomine rappresentano un grave segnale di legittimazione di teorie antiscientifiche, (cosa c’è di scientifico in ciò che rappresentano loro?) che rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie (questa fiducia la cd Scienzah se l’è giocata da mo’); favorire l’esitazione vaccinale già in crescita in molte fasce della popolazione (è la presa di coscienza della popolazione che vi preoccupa!); compromettere la credibilità del Nitag screditando anche i suoi membri altamente qualificati (quello che scredita il NITAG, l’ho già detto sopra); indebolire la cultura della prevenzione, fondamentale per la salute collettiva” (Tutte balle).

Quando un comitato usa come testimonial un Nobel che non ha nulla a che vedere con la medicina, la salute, la sanità, appellandosi solotanto alle sue onorificenze accademiche, e chiedendo la revoca delle nomine di due illustri professionisti è, per essere gentili, più un comitato d’affari che scientifico.

Nella lettera viene espressa preoccupazione “per il futuro della salute pubblica in Italia e dell’approccio scientifico alla salute” (la preoccupazione della popolazione è per la vostra presenza e sudditanza ai protocolli scritti e dettatti dalle élite e riversati su Oms e altre pseudo organizzazioni sanitarie, comprese le riviste cd scientifiche).

La richiesta di revoca delle nomine dei due esperti fa riferimento a posizioni da loro espresse, ritenute critiche e spesso ideologiche contro i vaccini, in particolare contro quelli pediatrici e anti-Covid.

In passato – segnalano a conclusione dell’appello – “hanno pubblicato contenuti pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, e sostenendo teorie prive di fondamento”. “Chiediamo scelte basate su fatti, non su ideologie”.

Appunto, è proprio dei fatti che avete paura. E’ il confronto che temete, perché vi metterebbe con le spalle al muro, anche se molta gente già lo farebbe, ovviamente in senso figurato…

Armando Manocchia

(immagine da screen youtube)

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