COMUNICATO STAMPA – DECISIONI GIÀ PRESE, TERRITORIO IGNORATO, CONFRONTO SVUOTATO
Richiesto fin dal 10 giugno, l’incontro con la Regione Emilia-Romagna si è svolto soltanto il 29 luglio. Un’attesa carica di inquietudine per cittadini e comitati, lasciati senza risposte chiare, disorientati dal silenzio istituzionale, dal susseguirsi di notizie contrastanti e dalla totale assenza di interlocuzioni ufficiali.
Il 23 luglio è stata pubblicata la relazione finale di RFI, che conferma quanto si temeva: il tracciato è stato già deciso, le scelte strategiche sono state prese da tempo in una logica nazionale, non locale, tanto che il dibattito pubblico risulta essere nei fatti superato e privo di valore.
Mentre il 13 maggio in Assemblea Legislativa la Sottosegretaria Manuela Rontini che per ruolo parlava a nome della Presidenza della Regione e in quella sede sostituiva l’Assessora Irene Priolo, aveva dichiarato che la Regione non approvava nessuno dei tre tracciati proposti da RFI; nell’incontro dello scorso 29 luglio l’Assessora Irene Priolo comunica e conferma il tracciato proposto da RFI e che non sono state prese in esame alternative progettuali.
Il progetto, infatti, non prevede alternative: il tracciato unico passa da Bologna a Castel Bolognese – Solarolo, dove si concentreranno i principali snodi infrastrutturali con il conseguente impatto invasivo sul territorio di Solarolo.
Le proposte tecniche alternative avanzate dai Comitati, tutte orientate all’utilizzo delle più moderne tecnologie – tra cui la separazione dei flussi AV e AC, l’uso di gallerie artificiali o profonde, l’interramento dei binari e la deviazione delle merci verso direttrici meno impattanti – non sono mai state realmente valutate, ma archiviate in nome di una presunta insostenibilità economica, senza alcuna analisi approfondita né documentazione tecnica adeguata.
Il consumo di suolo agricolo, gli impatti ambientali e paesaggistici vengono rinviati alla fase di progettazione definitiva, minimizzati o ignorati. Le risposte fin qui ricevute si sono rivelate tecnicamente contraddittorie e approssimative, confermando la sensazione di un progetto imposto dall’alto e già chiuso, dove la partecipazione pubblica è stata un mero adempimento formale.
Nonostante l’evidente importanza del porto di Ravenna, più volte citato come nodo strategico per il traffico merci nazionale ed europeo, nessuna connessione diretta è prevista, né è stata considerata l’ipotesi avanzata dai Comitati di deviare il traffico merci lungo la dorsale adriatica, da Rimini proseguire per Ravenna, Ferrara (per l’intersezione con Altedo e il corridoio TEN-T Nord Est EU) e Poggio Rusco (corridoio TEN-T Nord EU), evitando l’ulteriore congestione del nodo di Bologna, tema che ad oggi, per stessa ammissione della Priolo non ha ancora trovato soluzione.
Snobbate con una battuta le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha affermato in una recente intervista: “Il Giappone ha avuto l’intelligenza di fare una linea interamente dedicata all’AV, come la Spagna. Noi stiamo lavorando per dividere il traffico dell’AV da AC, regionale e locale, perché oggi in Italia, se un treno locale ha un problema a Firenze, si rallenta l’intera dorsale dell’alta velocità. Stiamo lavorando per scindere i due traffici.”
Un principio strategico condivisibile, che in teoria punta a migliorare efficienza e puntualità. Eppure, proprio nel progetto in discussione, accade esattamente l’opposto: si accorpano in un’unica infrastruttura AV (alta velocità = passeggeri) e AC (alta capacità = merci), compromettendo entrambe le funzioni e imponendo addirittura il transito notturno ai treni merci, che come tutti sanno sono gestiti prevalentemente dal mercato libero. Una scelta incoerente rispetto agli obiettivi dichiarati dallo stesso Ministro e da RFI.
Inoltre, l’assenza di benefici diretti per il territorio è evidente e confermata: non è prevista alcuna nuova stazione per passeggeri a lunga percorrenza, vanificando ogni ricaduta positiva sull’accessibilità.
Un progetto nato vecchio, con soluzioni che non adottano nuove idee e tecnologie; un progetto che dovrebbe strategicamente disegnare l’infrastruttura per i prossimi 40 anni, e che invece risulta chiaramente invasiva per il territorio con benefici tutti da dimostrare.
Se esiste la possibilità di un progetto alternativo migliore e più avanzato tecnologicamente, perché insistere in una prospettiva superata e non risolutiva?
Il Coordinamento dei Comitati auspica che il Commissario per l’opera voglia davvero esercitare un ruolo terzo, serio e competente, in grado di avviare finalmente un vero confronto basato su dati, alternative e interesse pubblico autentico.
Il tempo delle decisioni calate dall’alto deve finire, e Il futuro dei territori va deciso insieme alle comunità, non contro di esse.
Armando Martignani
Presidente del Coordinamento dei Comitati
Comitato NoViadotto Solarolo
Comitato Imolese NoViadotto
CAV Ozzano
Comitato Alta Velocità Fonti di Colunga San Lazzaro
Gruppo Cittadini Poggio e CSPT