È ben noto che i Paesi dell’Unione e della Nato che, insieme alla Russia, si affacciano sul Mar Baltico nutrono la grave preoccupazione, se non – come viene enunciato – la convinzione che la Russia, dopo quella all’Ucraina, coltivi il proposito di altre, nuove iniziative di aggressione, a scapito della loro sicurezza se non addirittura della indipendenza di alcuni di essi.
“Sul piano della realtà delle relazioni internazionali la scelta e la postura della Russia hanno, più che stravolto, cancellato l’equilibrio; equilibrio che garantisce la pace e dissuade da avventure di guerra.
È la storia – maestra di vita – che insegna che, fin tanto che non saremo riusciti a eliminare dalla vita internazionale le tentazioni di dominio su altri popoli (ciò che, più o meno, equivale a voler eliminare il male dall’umanità), è l’equilibrio che impedisce di seguire le tentazioni di dominio.
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Assumendo come punti iniziale e conclusivo il blocco di Berlino del 1948 e la caduta del muro di Berlino del 1989 – interessante notare che si va da un evento all’altro della medesima città – per alcuni decenni abbiamo vissuto – persino nella crisi di Cuba del 1962 – in condizione di pace o, se si vuole, di assenza di guerra di portata mondiale, per effetto dell’equilibrio nucleare tra i due grandi blocchi contrapposti.
Successivamente, per un buon numero di anni, abbiamo vissuto nell’equilibrio determinato dalla rassicurante prospettiva di un ampio disarmo nucleare: dagli accordi per la riduzione degli arsenali, effettivamente realizzata, agli accordi di non proliferazione, alla scelta di dar vita, in Europa – tra l’altro con la partecipazione anche della Russia – a un organismo per una sicurezza continentale condivisa, l’OSCE.
Un equilibrio, questo, finalmente positivo, realizzato quanto meno tra quelli che erano stati i poli mondiali contrapposti dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Dal 2022 questo equilibrio – già indebolito da alcuni ritorni indietro sugli impegni assunti – non c’è più. È urgente ripristinarlo. Non per coltivare prospettive e pericoli di guerra ma, al contrario, per preservare la pace.
Da qui l’esigenza di adeguate capacità difensive dei Paesi raccolti nell’Unione Europea, affinchè questa possa realmente svolgere il ruolo cui è chiamata: essere attrice di sicurezza e promotrice di pace.
A questo corrisponde l’urgente necessità della costruzione della politica estera e di difesa comune. Comune politica estera e di difesa anche allo scopo di rendere effettiva e non illusoria la sovranità dei suoi Paesi membri, condividendone aspetti di dimensione sovranazionale.
In pieno raccordo e sintonia con l’Alleanza Atlantica, alleanza di popoli liberi, garanzia da decenni di stabilità e di pace, la cui saldezza – per rispondere alla sua domanda – è superiore a qualunque momento di divergenza o di confronto di opinioni al suo interno.”
Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’incontro con la stampa per la Cerimonia del Ventaglio al Quirinale.
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