In questa puntata speciale di Piazza Libertà di mercoledì 30 luglio 2025 parliamo della vicenda di Riccardo SINDOCA
Non è la trama di un film, è una storia vera, accaduta a Riccardo Sindoca, che sta mettendo a rischio la sua libertà e, non ultimo, la sua vita. Storia che lui stesso ha raccontato attraverso un video. E’ una sequenza di oscenità, di offese al diritto e alla logica, di diritti calpestati in modo volgare, di omissioni e di indagini finite chissà come e dove.
Noi paladini delle libertà e della verità vogliamo dare un senso a questa storia.
Tralasciamo qui la sua biografia. Il personaggio in questione si riassume nel fatto di essere un ex agente dei servizi segreti del controspionaggio della rete Otan/ Nato.
Ne parliamo perché, attraverso un video con cui ha deciso di rendere pubblici gli abomini giudiziari che ha dovuto patire e che continua a patire, per aver fatto emergere fatti tanto gravi quanto scomodi, non viene indagato, non viene denunciato. Viene direttamente arrestato e processato per direttissima.
Seguite la puntata e vi accorgerete di non essere in mai stati in uno Stato di Diritto. Dopo questa trasmissione penserete allo Stato solo come participio passato.
Le indagini sull’agguato a Sindoca mentre era in casa con la sua famiglia,agguato ad opera di un gruppo di ignoti dotati di pettorine delle forze dell’ordine e patito con l’intento di liquidarlo, saranno state fatte?
E chi erano quei soggetti? Che fine ha fatto quell’inchiesta?
E che fine hanno fatto le immagini della detenzione di Sindoca nella cella di sicurezza della tenenza dei Carabinieri di Dueville, cella in cui finì dopo essere stato fermato davanti al Tribunale di Vicenza per la stupidaggine dei tesserini?
Quella caserma guarda caso, è a due passi dall’azienda oggetto della denuncia del Sindoca che gli ha procurato tutti questi guai.
Perché, per anni, certi magistrati e certi Carabinieri, hanno negato l’esistenza di quei file audio e video, una cui traccia si è poi materializzata in altri atti di indagine?
Cosa e come hanno operato gli uomini della Polizia Giudiziaria deputati alle indagini, e come hanno operato certi magistrati berici chiamati per legge a sovraintenderne l’operato, accusati poi dal Sindoca di aver tramato e insabbiato questa vicenda presso la procura della Repubblica di Trento?
Cosa avrebbe dovuto farne il Carabiniere delle foto e dei video riprese quella notte nella camera di sicurezza, e poste nel pc e telefono personali?
Come mai operarono cosi?
Chi manovra nell’ombra affinché non si possa documentare come quella notte del 21 febbraio del 2018 qualcuno entrò in quella cella di sicurezza a Dueville per suggerire a Sindoca di “mettere a posto – testuali parole – i casini con l’allora patron dell’ “azienda inquinante”?
Che fine ha fatto la documentazione, in parte coperta da segreto Nato a Sindoca, indebitamente sequestrata sui suoi dispositivi, su ordine della procura di Vicenza durante una perquisizione in casa sua?
La Suprema Corte di Cassazione dispose la distruzione di tutto, ma poi si è scoperto che di fatto non è mai avvenuta.
Che fine ha fatto l’inchiesta per l’accesso agli archivi riservati dello Stato che vede Sindoca e i suoi legali parte offesa?
Che fine ha fatto la notizia di reato data in udienza di un attentato occorso ad un suo avvocato e dallo stesso cosi denunciato in pubblica udienza presso il Tribunale di Vicenza?
Chi ha interesse a carpire il peso delle informazioni riservate da lui raccolte negli anni?
Chi ha interesse a capire quanto queste siano interconnesse con le stragi di mafia degli anni ’90?
Come la morte misteriosa dello 007 Vincenzo Li Causi, persona a lui cara, in relazione alla esecuzione di Ilaria Alpi, è un fatto.
L’omicidio dell’ex parà Marco Mandolini che indagava sulla scomparsa di Li Causi, è un fatto.
Infine, c’è che quando Sindoca entrerà in un carcere la sua vita sarà a rischio, e questa è una certezza.
Ed è per questo che Sindoca ha voluto lasciare questa testimonianza video in primis, ai suoi cari. Testimonianza indirizzata anche alle persone interessate alla sua vicenda.
Nel video Sindoca si rivolge sia a quelli che hanno cercato di fare luce e chiarezza, sia a quelli che hanno tramato nell’ombra. E’ stato ecumenico.
Alla fine della giostra, comunque sia, Riccardo Sindoca è già alla portineria, è ad un passo dal carcere.
Per contro, il processo sulla magagna ambientale dell’azienda oggetto della denuncia per presunto inquinanto ambientale da parte di Sindoca è sparito dai radar.
Eppure quell’inquinamento, che avrebbe potutyo mettere a repentaglio la qualità dell’acqua potabile di Vicenza e di Padova, portò poi la Magistratura Berica a dover sequestrare quell’area, dovendone dare il 05 aprile dell’anno 2019 , notizia di rilevamento di valori fuori dalla norma. Sindoca trova strano che negli anni la politica poco o nulla si sia interessata della cosa come peraltro i media, con qualche eccezione, abbiano fatto lo stesso.
E’ doveroso ricordare al Sindoca che politici e giornalisti, Governo e Media, legano il somaro dove vuole il padrone. E come ho già detto “siamo in regime togalitario, sono le toghe che controllano la politica e anche l’informazione”.
Ma torniamo a Sindoca. Lui, in quel video ricorda a tutti, e per primo a se stesso, che uno dei filoni sui quali stava indagando la giornalista Ilaria Alpi, uccisa in Somalia assieme al videomaker Miran Hrovatin, era quello di un colossale traffico di rifiuti tra Italia e Somalia: rifiuti tossico-nocivi di provenienza industriale ovviamente.
Fatti peraltro di cui si occupò personalmente Sindoca che sul caso è pronto a dire e a scrivere ancora, se mai sarà ancora in vita: o se mai gli sarà permesso. In alternativa, nel malaugurato caso, lo farà qualcun altro al posto suo.
Aggiungo un’ultima considerazione. Durante la sua vita nell’intelligence Sindoca è stato testimone di tante vicende: operazioni mascherate, manovre occulte, appetiti inconfessabili e chi più ne ha più ne metta.
Ma di poteri coriacei e inscalfibili, come quello che nella penombra tiene in pugno il sistema veneto, terra da lui amata, non fosse altro per dato i natali ai nonni e a suo Padre che fù, non ne ha mai visti.
“Il Veneto è una terra dove l’urbanizzazione diffusa corre di pari passo con l’omertà ancor più diffusa”.
I suoi legali, l’avvocato Fiorino Ruggio e l’avvocato Giuseppe Di Sera, detengono ogni singolo atto di questa vicenda che ne circostanzia e ne documenta, la genesi fino ad oggi e potranno estendere tali atti a chi ne fara’ richiesta, senza eccezione di sorta, nei modi legittimi e per qualsivoglia uso di legge consentito.
Il mio pensiero su questa vicenda – dice Armando Manocchia – l’ho espresso all’inizio quando con un punto di domanda ho chiesto a voi che ci seguite: “E’ chiaro in quale sabbie ha messo i piedi il nostro consulente d’impresa?”
Adesso è già più chiaro, ma consentitemi di fare un invito pubblico al dottor Riccardo Sindoca, invito a partecipare al nostro programma che, lo ripeto, è di informazione e di approndimento, ma volto soprattutto esaminare e sviscerare gli argomenti. E siccome i fatti di cui abbiamo parlato sono tanti, al fine di non farlo restare sulle rive di questo fiume in piena di odio, di calunnie, di cospirazioni, con la sua onestà intellettuale, accetti il nostro invito per aiutarci a dare un senso a questa storia.
PIAZZA LIBERTA’ è il programma condotto da Armando Manocchia che fa la differenza tra informazione e propaganda.
Sosteneteci con una donazione
► https://www.imolaoggi.it/donazioni/
SEGUITECI SU
Telegram – https://t.me/piazzalibertaufficiale
Facebook – https://www.facebook.com/PiazzaLibertaUfficiale/
Rumble – https://rumble.com/c/PiazzaLiberta