Morto il “Profeta”. Si è spento a 84 anni l’ex cofondatore del Forteto, comunità fondata insieme a Luigi Goffredi, condannato in via definitiva a 14 anni e 10 mesi per abusi sessuali e maltrattamenti. Pena che stava scontando con la detenzione domiciliare in una Rsa di Padova (dopo che nel 2023 il tribunale di Venezia accolse il ricorso avanzato dai legali di Fiesoli che chiesero l’uscita dal carcere per motivi di salute).
Il marzo scorso Rodolfo Fiesoli si era presentato per la prima volta davanti a un organo inquirente. Un’attesa lunga quindici anni. Una svolta, dopo esser stato costretto dalla commissione parlamentare, per cercare di ottenere maggiore chiarezza su quanto avvenuto in passato nella comunità nata nel 1977. Molti i processi affrontati ma, nel corso del lungo percorso giudiziario, Fiesoli non si era mai presentato a parlare in aula.
“Resterà tutto il male che ha fatto, crimini indelebili sulla pelle di centinaia di persone. Un uomo che ha goduto per decenni di un credito illimitato ed ingiustificato da parte delle istituzioni. La Commissione d’inchiesta che lo ha portato a deporre pubblicamente per la prima volta, continuerà a lavorare in modo determinato per fare luce sul sistema perverso che era stato capace di costruire intorno a sé, con l’obiettivo di restituire alle vittime verità e giustizia” ha fatto sapere il deputato e presidente della commissione d’inchiesta parlamentare sul Forteto, Francesco Michelotti.
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