Poll “mani pulite”, Formica: ‘Borrelli voleva fare il Capo dello Stato’

mani pulite

Le ambizioni dei magistrati del pool Mani pulite. Le svela l’anziano Rino Formica cui è legata la pessimistica visione della politica fatta di “sangue e mer…â€.

E’ il Corriere della sera a intervistare Formica, ex ministro delle finanze tra la fine degli Anni 80 e l’inizio degli Anni 90.
I magistrati del pool Mani pulite non erano stinchi di santo
“I servizi – dice Formica – hanno come compito controllare tutto quello che avviene attorno al potere. Anche Mussolini era intercettato, i servizi ascoltavano le sue conversazioni con la Petacci. Certo, il confine tra la tutela delle istituzioni e l’intrigo è sottile. Dipende dall’uso che se ne fa†e nell’epoca di Tangentopoli e Mani pulite avevano scoperto che “un po’ tutti i magistrati del pool non erano stinchi di santo. Non solo Di Pietro. Ognuno aveva il suo corrispondente esterno: politico, religioso, internazionale. E ognuno aveva la sua ambizione: chi voleva fare il presidente del Consiglio, chi il presidente della Repubblicaâ€.

Borrelli voleva per sé il Quirinale

Era “il capo del poolâ€, Francesco Saverio Borrelli, a voler diventare Capo dello Stato. “Quando un magistrato appare in tv e dà ordini al Parlamento, già agisce come un aspirante capo di Statoâ€, afferma. Su Giorgia Meloni Formica esprime un giudizio ingeneroso: “Almirante ha trovato un erede viziato da viltà nei suoi confronti. La Meloni è arrivata al governo attraverso una mascheratura, e non ha la forza di dirsi la continuatrice di Almiranteâ€, sottolinea. Dimenticando che gli avversari della destra non fanno altro che rinfacciare alla sua leader la fiamma missina nel simbolo di FdI. E ignorando la sistematica demonizzazione che di Almirante viene fatta proprio allo scopo di colpire la sua erede Giorgia Meloni.

Il populismo di Conte, le oscillazioni di Schlein

E Salvini? “Una volta si parlava, con espressione un po’ razzista, di profondo Sud. Non vorrei apparire razzista; ma Salvini mi sembra un uomo del profondo Nord-Estâ€. “Conte è il populismo che si fa governo e appare più accettabile; ma sempre populismo è. Schlein è il radicalismo che si fa moderazione; ma non è piegandosi alla moderazione che la sinistra andrà al potereâ€, sottolinea Formica.
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