Salute, Vaia: “la prevenzione è attrice del cambiamento”

covid Vaia

“La prevenzione è la vera attrice del cambiamento, per vari motivi. Prevenire, oggi, nella transizione epidemiologica e demografica che ha attraversato questo nostro tempo, significa prevalentemente comprendere che le malattie cronico-degenerative sono quelle che rendono più pesante il nostro sistema. Quindi, anche sul fronte della sostenibilità, prevenire le malattie oncologiche, e si possono prevenire per il 40%, significa intervenire sulla domanda. Noi siamo abituati a intervenire sull’offerta ma questa è una vecchia legge di mercato. Il segreto è intervenire sulla domanda, la prevenzione in questo può essere veramente attrice del cambiamento e dare un grande contributo alla sostenibilità del nostro sistema”.

Così, Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, a margine del convegno “Oncologia del Futuro: Centrata sul Paziente”, promosso dall’Osservatorio Sanità e Salute con il patrocinio di Aiom e Cittadinanzattiva, che si è svolto a Roma.

“Bisogna fare di più, bisogna essere proattivi, portando il sistema nel suo complesso a essere intersettoriale, non lasciando il compito di risolvere tutto solo alla sanità, perché abbiamo bisogno di alleanze: alleanze scuola-famiglia, istruzione-sanità. Le problematiche che il sistema deve risolvere sono molte – ha spiegato Vaia – ma accanto a esso c’è la proattività individuale e in questo si inscrive il calendario della salute. È importante che ciascuno di noi si faccia carico di ciò che deve fare, perché è fondamentale volersi bene, vivere più a lungo e aggiungere all’età anche maggiore qualità di vita. Questo possiamo farlo appuntando nel calendario le tappe importanti e fondamentali della nostra vita”, ha aggiunto.

Vaia ha quindi ribadito l’importanza della prevenzione in tutte le età della vita “a partire dall’infanzia, quando per noi ci pensano le nostre mamme con l’allattamento al seno, che è il primo aiuto fondamentale che le nostre mamme ci offrono per la protezione verso le malattie grazie agli anticorpi che passano con il latte materno”. “Il passo successivo – ha continuato – sono le vaccinazioni dell’infanzia. A 11,12,13 anni è opportuno che sia maschi che femmine facciano il vaccino per l’Hpv al fine di eradicare completamente questo tumore che non è solo il tumore del collo dell’utero ma anche quello anale e oro-faringeo nei maschi, in quanto oggi si è abbassata molto l’età dell’attività sessuale e, di conseguenza, delle malattie trasmissibili”.

“Dobbiamo infine proteggere i pazienti più fragili, attraverso le politiche di immunizzazione, effettuando i vaccini contro l’influenza e l’Herpes Zoster a esempio. Pratiche di immunizzazioni e vaccinazioni che è bene seguano anche i caregiver, soprattutto quando stanno a contatto con i pazienti anziani o fragili”, ha concluso.  ADNKRONOS


Il vaccino contro il papilloma umano (HPV) è un trattamento ampiamente utilizzato, ma la sua efficacia nella prevenzione del cancro non è dimostrata dal punto di vista medico, mentre le reazioni avverse non intenzionali stanno rovinando e addirittura mettendo fine alla vita di ragazze e giovani donne in tutto il mondo. Tuttavia, i produttori farmaceutici e molte autorità sanitarie si rifiutano di riconoscere l’esistenza di un problema e la comunità medica continua a offrire il vaccino.

Le Vergini Sacrificali – così chiamate perché il vaccino viene spesso somministrato alle ragazze prima che diventino sessualmente attive – espone prove crescenti di gravi danni neurologici a seguito delle iniezioni di HPV. Si chiede che il vaccino venga ritirato nella speranza che ciò contribuisca a fermare un’altra tragedia globale.

Guarda il documentario ►  https://www.sacrificialvirgins.org/

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