Bimba di 3 anni canta ‘Bella Ciao’ alla cena di Natale: famiglia impietrita

natale solo per i vaccinati

di Fabio Carosi per www.affaritaliani.it – Il gelo al cenone di Natale: la bimba sale in piedi sulla sedia e come canzoncina di Natale intona Bella Ciao. E i nonni restano senza parole; mamma e papà sgranano gli occhi, per non parlare degli zii e dei cugini adulti, colti da un imbarazzo senza fine.
E successo a Roma, nella zona di Rebibbia. Giada, 3 anni (il nome è di fantasia) viene invitata dalla famiglia riunita per il classico cenone declamare la poesia di Natale, ma la piccola sceglie di cantare una canzone. Sale sulla sedia, e inizia con la vocina flebile: “Una mattina mi sono alzato, o bella ciao, bella ciao…”.

La bimba lasciata arrivare sino alla fine del testo

L’antipasto di alici marinate, un pezzettino di capitone e il polpo caldo con le patate vengono deglutiti come veleno in purezza. C’è chi si precipita verso il calice del vino; chi rimane impietrito ma dissimula per non turbare la piccola che “deve” arrivare sino “all’ombra di un bel fior” per raccogliere la sua giusta dose di applausi natalizi.

L’ira del nonno Giuseppe e il racconto

Ma ormai la cena è compromessa. A raccontarla il Natale partigiano della piccola è il nonno Giuseppe, forbito intellettuale con una formazione centrista e lo sguardo a destra che ha fatto di tutto per salvare il Cenone e poi aprire una “speciale indagine” per capire chi, come e quando ha insegnato a Giada una canzone d’amore presa in prestito dai partigiani per la Resistenza. “Ho scavato nelle pagine social della baby sitter – racconta ad affaritaliani.it – ma non ho trovato nulla. Così la mia attenzione si è spostata sull’educatrice della scuola d’infanzia e sulle sue “passioni” e ho scoperto che la giovane maestra ha simpatie per la sinistra. Poi la prova ne l’ha fornita mia nipote che con fare da angelo qual’è mi ha detto che Bella Ciao l’ha imparato all’asilo”.

Il nonno: “Questo è un Paese libero ma insegnare all’asilo Bella Ciao equivale e insegnare Giovinezza”

Prosegue nonno Peppe: “Sia chiaro, questo è un Paese libero e come tale deve rimanere ma dubito che sia coerente e corretto insegnare ad una bambina di 3 anni Bella Ciao faccia parte integrante del suo processo di crescita. Cosa fare? Stiamo valutando insieme a mia figlia e al padre se denunciare la scuola pubblica e la maestra, oppure far finta di niente e dimenticare a suon di “Ci son 2 coccodrilli” quello che consideriamo un incidente grave, perché per una bimba non consideriamo sano né imparare Bella Ciao, tantomeno Giovinezza. Per ora riflettiamo e ci consultiamo col nostro avvocato: non vogliamo che una bimba diventi oggetto di polemiche politiche per la stupidità di una maestra che non pesa le sue azioni”.

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