Brescia, bruciò viva la moglie: marocchino condannato all’ergastolo

Abderrahim Senbel

Carcere a vita per avere ucciso la moglie. La corte d’assise d’appello di Brescia ha confermato l’ergastolo per Abderrahim Senbel, ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie Mina Safine a Urago Mella nel settembre del 2020. Nella notte del 20 settembre 2020 Mina viene stata trovata dai soccorritori avvolta dalle fiamme, ma ancora viva. La 45enne di origine marocchina, come il marito, muore dopo una settimana di agonia all’ospedale di Genova. Il marito – che chiede aiuto ai passanti e riporta pure lui alcune ustioni – viene arrestato due giorni più tardi.

Abderrahim Senbel si è sempre difeso, rigettando le accuse e sostenendo che la moglie si è suicidata. Linea portata avanti anche in appello. La difesa aveva chiesto la rivalutazione di alcuni elementi emersi durante le indagini.

La tesi del suicidio non ha però convinto i giudici, che lo condannano all’ergastolo per avere cosparso il corpo della moglie di alcol e averle dato fuoco lasciandola bruciare per più di trenta lunghissimi secondi. Agli atti del processo c’è anche una telefonata, un disperato grido d’aiuto, della donna al numero unico per le emergenze: “Mi aiuti, mio marito mi ha bruciato. Sono in Via Tiboni 12, per favore mi aiuti. Chiamami l’ambulanza, ti prego. Io sono bruciata”.
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