Mogol contro Meta: “Fanno miliardi e non pagano gli artisti”

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Sparisce la musica protetta dalla Siae da Instagram e Facebook. “Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae”, ha infatti reso noto un portavoce di Meta. “La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità e per questo motivo da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae nella nostra libreria musicale”.

“Fanno miliardi e non pagano gli artisti”

“Queste piattaforme digitali guadagnano miliardi e sono restii a pagare qualcosa agli autori, che vivono di diritti”. Lo dice Giulio Rapetti in arte Mogol alla presentazione dell’album ‘Capolavori Nascosti’ sul mancato accordo tra Siae e Meta. “E’ una battaglia giusta quella che facciamo a tutela degli artisti, è una battaglia sacra – ha aggiunto l’ex presidente della Siae -. Il copyright è stato approvato alla Camera e al Senato ed è fermo da 7-8 mesi ai decreti attuativi, è tutto fermo e non riusciamo a capire perché, se non si sblocca è una battaglia che abbiamo perso”.

Siae: “Scelta incomprensibile da Meta”

“La decisione unilaterale di Meta di escludere il repertorio Siae dalla propria library lascia sconcertati gli autori ed editori italiani”. Lo spiega Siae in una nota. “A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti”. “Colpisce questa decisione – continua Siae -, considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità di Siae a sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati. Tale apertura è dimostrata dal fatto che Siae ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023. Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria. tgcom24.mediaset.it
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