“Poveri europei”: la classe media non c’è più

poveri

(https://europa.today.it) – Il caldo inusuale di fine autunno e inizio inverno ha ridotto i consumi energetici, ma non la corsa al rialzo dell’inflazione. I prezzi dei generi alimentari sono destinati a crescere anche nel 2023, e l’inizio dell’anno si è aperto con l’aumento dei prezzi della benzina, mentre le bollette di luce e gas restano alte. Succede in Italia, come nel resto d’Europa. Con il risultato che la classe media europea sta scivolando verso la povertà. Il 46% dei cittadini del continente dichiara che il suo reddito è stato già eroso dal caro vita nel 2022. Mentre un’altra grossa fetta, il 39%, teme di impoverirsi nei prossimi mesi. È quanto emerge dai dati dell’ultimo eurobarometro, il sondaggio periodico condotto dal Parlamento Ue nei 27 Paesi membri.

La crisi colpisce tutta l’Europa, come dicevamo, con poche differenze tra un Paese e l’altro, almeno nella percezione che hanno i cittadini del loro potere d’acquisto. I francesi sono tra i più preoccupati: il 62% sostiene che i propri standard di vita si sono ridotti nell’anno appena concluso. Dall’altra parte ci sono gli olandesi e gli austriaci, con il 33%, e gli svedesi, con il 24%. In mezzo gli italiani e i tedeschi, con il 40%.

eurobarometro costo della vita

Tornando al livello europeo, oltre sette intervistati su dieci hanno dichiarato di esser preoccupati del crescente costo della vita. I dati più alti in Grecia (100%), Cipro (99%), Italia e Portogallo (entrambi con una percentuale pari al 98%). La seconda preoccupazione più citata (82%) è la minaccia della povertà e dell’esclusione sociale, seguita dal cambiamento climatico e dalla diffusione della guerra in Ucraina ad altri Paesi, con l’81%. In Italia sono il cambiamento climatico e la povertà e esclusione sociale a occupare il secondo posto (entrambe al 92%).

Un altro indicatore rivelatore dei crescenti problemi economici è l’aumento della quota di cittadini che affrontano difficoltà di pagamento delle bollette “la maggior parte del tempo” o “a volte”, un aumento di nove punti dal 30% al 39% dall’autunno 2021. In Italia questo dato è al 64%. L’impoverimento della società europea emerge anche da un altro sondaggio, condotto da Ipsos per conto dell’organizzazione Secours populaire in 6 Paesi, tra cui il nostro: il 40% degli intervistati in Italia ha dichiarato di aver dovuto chiedere un prestito a un parente o a un amico, il 36% è stato costretto a rinunciare alle cure pur avendo un problema di salute, il 16% si è rivolto a un’associazione per avere un pasto o dei vestiti. Percentuali che sono simili a quelle registrate anche in Germania, Francia e Regno Unito.

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