Repressione in Cina: polizia in strada, arresti e censura

Cina polizia

[tta_listen_btn listen_text="Ascolta l'articolo" pause_text="Pausa" resume_text="Resume" replay_text="Replay" start_text="Start" stop_text="Stop"]

Si è fermata la protesta in Cina contro le rigide misure di contenimento anti-Covid. La polizia è scesa in forze in strada, circondato e presidiato i luoghi della protesta, eretto barriere, compiuto arresti, effettuato controlli anche sulla configurazione di app e Vpn. E’ successo a Pechino e Shanghai, dove la presenza della polizia si è materializzata in alcune zone indicate su Telegram come possibili luoghi di incontro per nuove manifestazioni. E a Hangzhou, nel sud del paese, una protesta è stata velocemente interrotta ieri sera e diversi arresti sono stati compiuti, riporta la Bbc citando immagini sui social.

Anche alcuni giornalisti che hanno seguito le proteste sono stati fermati: domenica un cronista della Reuters, trattenuto per breve tempo prima di essere rilasciato, quindi Ed Lawrence, della Bbc, picchiato e fermato per diverse ore, un fatto “scioccante ed inaccettabile” ha sottolineato il premier britannico Rishi Sunak.

La censura ha colpito i social cinesi: decine di milioni di post sono stati filtrati, mentre i media sostituiscono le notizie sul Covid con articoli sui Mondiali e sui risultati delle missioni spaziali della Cina. Diversa la situazione sulle piattaforme social occidentali, che alcuni cinesi hanno utilizzato per condividere informazioni e consigli rivolti ai manifestanti per evitare l’arresto.

Le contestazioni si sono intanto estese a Hong Kong, con decine di persone in piazza nel centro della città e nel campus dell’Università cinese oltre che davanti alle ambasciate della Cina a Londra, Parigi, Tokio, e nelle università americane ed europee. ADNKRONOS

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K