L’idea di Zingaretti: recinta la “monnezza” per fermare la peste suina

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di Luca Sablone – È arrivata la soluzione di Nicola Zingaretti per fermare la peste suina che sta continuando ad agitare Roma: recintare i cassonetti dei rifiuti per evitare l’ingresso dei cinghiali. Lo prevede l’ultima ordinanza firmata dal presidente della Regione Lazio che contiene una serie di prime misure per il contenimento della PSA. Una decisa accelerata è arrivata nelle scorse ore, alla luce del primo caso di peste suina africana accertato dai rilievi autoptici effettuati su una carcassa di cinghiale rinvenuta nel parco dell’Insugherata.

Nell’ordinanza si individua una zona infetta provvisoria all’interno della quale mettere in atto tutte le disposizioni relative ai cinghiali e ai suini domestici. Quanto ai cinghiali, al Comune di Roma Capitale è stato dato il mandato – anche per il tramite di propri enti e società – di prevedere “ogni forma utile di recinzione intorno ai cassonetti dei rifiuti”. L’obiettivo è quello di cercare di evitare l’accesso da parte dei cinghiali, oltre che ottimizzare il posizionamento dei cassonetti.

L’edizione de Il Tempo fa notare che la situazione nell’Urbe è piuttosto complicata, visto che i problemi non sono limitati solo al modo di ingabbiare i secchioni. La Capitale sta attraversando nuovamente un periodo assai difficoltoso per quanto riguarda i rifiuti, senza dimenticare che le discariche abusive inevitabilmente attirano i cinghiali.

Fermare la peste suina

Per le zone coinvolte in casi di peste suina africana ci sono altre novità. Qui il Comune di Roma Capitale dovrà provvedere a installare la segnaletica in ingresso su cui indicare le seguenti informazioni: la presenza di peste suina africana nei cinghiali; il divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali; il divieto di organizzare di eventi e divieto di assembramento (inclusi i pic-nic) all’aperto nelle aree agricole e naturali; segnalazione di eventuali carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi; raccomandazione di disinfezione delle scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali.

Gli enti di gestione delle aree protette dovranno “implementare una sorveglianza passiva rafforzata”. I Servizi veterinari territorialmente competenti, nel caso in cui dovessero rinvenire carcasse o cinghiali moribondi, saranno chiamati a svolgere il campionamento e tutte le attività correlate “ivi compreso il successivo immediato aggiornamento dei sistemi informativi preposti”.

Fuori dalla zona infetta provvisoria viene identificata una cosiddetta “zona di attenzione”: qui si dà mandato all’ASL RM1 territorialmente competente di censire tutte le aziende (sia commerciali sia familiari) che detengono suini, per poi aggiornare immediatamente la “BDN di tutte le informazioni aziendali e anagrafiche degli animali”. Sullo sfondo resta l’ipotesi di un piano di selezione e di abbattimento per ridurre in maniera notevole il numero e la presenza dei cinghiali.

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