Strangolò il padre a mani nude, tunisino condannato a 12 anni

giustizia Non punibile irregolare che colpisce poliziotto

Ostia – Era la notte tra il 14 e il 15 agosto del 2020 quando un uomo di 43 anni si presentò nella caserma dei carabinieri di Ostia per denunciare di avere ucciso il padre, 59 anni, strangolandolo nel loro appartamento di via Baffigo.

A distanza di quasi due anni, la Terza Corte d’Assise di Roma ha condannato Amor Ben Algia, originario della Tunisia, a 12 anni di carcere. La procura per lui aveva chiesto una condanna a 21 anni, ma i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche e quella della provocazione.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti nei giorni successivi al delitto, tra padre e figlio i rapporti erano tesi da tempo, e l’aggressione sarebbe avvenuta al culmine di una lite per motivi economici. Il 43enne aveva infatti perso il lavoro e viveva con il padre, pensionato, in un appartamento nei pressi di piazza Gasparri. Una convivenza che negli ultimi tempi era costellata di litigi, discussioni e anche provocazioni reciproche, come hanno riconosciuto anche i giudici della Corte d’Assise nell’emettere la condanna.

A difendere l’imputato l’avvocato Maria Nellina Spataro, che nell’arringa aveva sottolineato “come il fatto fosse avvenuto in pochi secondi senza aver avuto il tempo di realizzare cosa stesse accadendo”. www.romatoday.it

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