Gregoretti, “Avremmo dovuto incriminare anche Conte, Di Maio e Toninelli”

conte di maio toninelli

Il giudice Nunzio Sarpietro, dopo la sentenza di non luogo a procedere per Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti, spiega le ragioni della sua decisione: “Il rinvio a giudizio del senatore Salvini avrebbe comportato l’incriminazione dell’ex premier Conte e dei ministri dell’epoca Di Maio e Toninelli, perché erano tutti d’accordo sulla redistribuzione dei migranti, invocata allora come adesso”, sottolinea il giudice in una intervista a Il Corriere della Sera. “La politica del ricollocamento in Europa è stata un obiettivo di tutti i governi, come ha testimoniato anche la ministra Lamorgese, e com’ è dimostrato dall’attività della nostra diplomazia di cui abbiano acquisito ampia documentazione”.

Insomma l’allora ex ministro dell’Interno non ha commesso reati. “Ho ritenuto non sussistente alcuna violazione della normativa internazionale e nazionale. Salvini s’ è attenuto alle convenzioni disponendo che venissero salvati i migranti in difficoltà e ritardando lo sbarco di due o tre giorni, facoltà concessagli da un provvedimento amministrativo del febbraio 2019”, precisa Sarpietro.

Migranti a bordo in attesa del ricollocamento

Dagli atti infatti risulta che fu propio il Viminale “a disporre il soccorso in acque internazionali dal momento che Malta non poteva o non voleva farlo. E sarebbe abbastanza strano che avesse preso questa iniziativa con l’intento di sequestrare quei migranti”, osserva il giudice. “Dopodiché il regolamento approvato nel febbraio 2019 gli consentì di trattenere le persone a bordo in attesa di definire il loro ricollocamento”.

memoria difensiva molto curata

Il giudice Sarpietro ha quindi deciso di fare un’istruttoria molto approfondita per un’udienza preliminare perché, spiega, “avevo sul mio tavolo la relazione del tribunale dei ministri che portava degli elementi di accusa contro Salvini, ma anche una memoria difensiva molto curata che contraddiceva quella ricostruzione. Lì io ho intravisto delle tracce di non colpevolezza dell’imputato che ho ritenuto necessario approfondire, e così ho fatto. Fino ad arrivare alla mia determinazione” .

E ancora: “Gli approfondimenti svolti mi hanno convinto che in un eventuale dibattimento non potesse uscire nulla di più di ciò che è emerso, e dunque ho pronunciato la sentenza di proscioglimento”.

Ma attenzione. Perché a Palermo, per il caso Open Arms, Salvini è stato invece rinviato a giudizio. Rischiano quindi di finire nei guai anche Conte, Di Maio e Toninelli? “Non entro nel merito delle decisioni altrui, ma mi pare ci siano differenze fattuali che pongono i due episodi su piani diversi”, conclude Sarpietro. www.liberoquotidiano.it

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