Polizia penitenziaria, 20-30% non vuole vaccinarsi con AstraZeneca

polizia penitenziaria

“Mancanza di coordinamento e forti differenze fra le regioni sulle vaccinazioni di detenuti e personale penitenziario”. Vaccinazioni di massa in alcune carceri “come questa mattina a Foggia di tutti i detenuti, mentre la polizia penitenziaria resta al palo”. Ritrosia del personale delle carceri ad essere vaccinato con AstraZeneca, “il 20-30% non lo vuole. Ha paura degli effetti collaterali”.

Estremi di mal-practice in regioni come “il Molise che contesto perché nonostante le sollecitazioni nostre e del Garante nazionale dei detenuti ancora non ha fatto nessuna vaccinazione”. E’ il quadro a macchia di leopardo dipinto all’Adnkronos da Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria.

Vaccini, quasi 4000 morti segnalati all’agenzia europea Eudravigilance

Regno Unito, 704 morti dopo il vaccino

Capace riferisce: “La prassi è vaccinare in genere prima i detenuti, poi gli agenti. Avrei preferito che le cose procedessero di pari passo dato che il personale potrebbe portare il contagio in carcere, vivendo all’esterno. Comunque, nonostante i ritardi e casi come quello di Carinola, in provincia di Caserta, il mese scorso, in cui a causa di un focolaio scoppiato in carcere sono morti tre agenti cinquantenni, tra il personale sono pochi i contagiati”.

“Noi abbiamo già scritto all’Amministrazione penitenziaria di provvedere con urgenza alla vaccinazione a tappeto nelle carceri e chiesto se possibile – conclude – di somministrare Pfizer a chi non vuole AstraZeneca. Infine, dobbiamo scuotere l’Amministrazione affinché le vaccinazioni vengano effettuate in carcere attraverso i medici Sias e non negli hub esterni”. (di Roberta Lanzara – adnkronos)

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K