Mirco Galbusera – La spesa per le pensioni in Italia è destinata a diventare insostenibile. Colpa della pandemia e di un sistema di calcolo (retributivo) che costringe lo Stato a intervenire sugli assegni senza adeguata copertura contributiva.
In assenza di situazioni di crisi, il sistema pensionistico riuscirebbe a rimanere in equilibrio fino al 2035 – come ribadito più volte dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico – quando il sistema di calcolo contributivo puro andrà a regime per tutti. Del resto anche le proiezioni elaborate dal Ministero del Lavoro anni addietro avevano rassicurato un po’ tutti. Ma oggi, con lo scoppio della pandemia, tutto il sistema è da rivedere.
Pensioni a rischio se non si interviene subito
Come ha detto recentemente il governatore di Bankitalia Ignazio Visco intervenendo all’incontro Deutsche Bank e Università Bocconi sul tema ‘Gli Stati Generali delle Pensioni, “la pandemia peggiora i problemi di debito e pensioni”. Quindi, o si interviene sul sistema della spesa o fra qualche anno non ci saranno più soldi per pagare le pensioni.
“La pandemia e le misure adottate per il suo contenimento hanno esacerbato entrambi i problemi: di debito pubblico alto e di sostenibilità dei sistemi pensionistici.
Il rapporto tra debito pubblico e prodotto è aumentato ovunque, per effetto della recessione (sia in modo diretto sia attraverso l’operare degli ammortizzatori automatici di bilancio) e delle misure espansive discrezionali. L’aumento della disoccupazione si rifletterà, almeno nel breve periodo, in più alti tassi di pensionamento e in minori entrate contributive“, ha detto. […]
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