Quarantena, Oms: per ridurla serve concertazione nella UE

“Per ridurre la quarantena deve esserci una concertazione nella Ue basata sull’evidenza scientifica e non sul calcolo politico o economico”. Lo dice, Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, in merito alla proposta francese di ridurre a 7 giorni la quarantena per i positivi al coronavirus. “Non è opportuno – osserva – che uno stato membro vada avanti per conto proprio. Serve un confronto serio da parte degli scienziati. C’è la necessità di concertazione soprattutto quando si parla di frontiere condivise e di curve in rialzo”. In merito al fatto che il comitato scientifico francese abbia detto dice che dopo i primi cinque giorni il rischio di contagio si abbatte moltissimo riferisce: “Mi auguro che abbiano prove solide da presentare”.

“Ad oggi – spiega – noi sappiamo che la contagiosità si abbatte solo dopo l’undicesimo giorno. E vista la situazione epidemica non proprio incoraggiante non è il caso di mettere in discussione questo punto fermo se non attraverso risultati chiari di ricerca e valutazione congiunta”. E alla domanda: “Se lei fosse un ventenne asintomatico ci starebbe chiuso in casa per 14 giorni? Guerra risponde: ”Io mi farei qualche domanda: come mi sono comportato durante le vacanze? Ho partecipato a feste senza mascherina e senza rispettare le distanze? Mi sono lavato le mani? E la risposta è che io non mi sarei esposto, neppure a vent’ anni perché questo è un virus sconosciuto con possibili effetti clinici che si possono manifestare anche a distanza di tempo. In casa ci starei, se non altro per senso etico e civico, per non contagiare altri meno robusti e sani di me”.

Per Guerra inoltre il periodo di quarantena si potrebbe abbassare, ma a dieci giorni, non a sette. “Dieci giorni – afferma – è il minimo. Anche per gli asintomatici. Non abbiamo ancora prove definitive e certe che anche la scarsa sintomatologia non possa trasformarsi in danno”. E conclude: “Accorciare la quarantena può essere un rischio non eccessivo se considerato da solo e in linea teorica. Ma questa scelta va inserita nel contesto sociale e comunitario in cui viviamo. Bisogna fare la sommatoria dei rischi complessivi che siamo disposti ad accettare. Ci sono delle priorità da rispettare”. ADNKRONOS

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