La tedesca Mahle si trasferisce in Polonia, 430 lavoratori in lacrime a Torino

Conto alla rovescia per gli oltre 400 lavoratori della Mahle dislocati negli stabilimenti di La Loggia (Torino) e Saluzzo (Cuneo): la multinazionale tedesca specializzata nella produzione di componenti automobilistici intende chiudere le due fabbriche italiane e, se non si troverà una soluzione entro il prossimo 7 febbraio, per i 430 dipendenti scatterà il licenziamento.

La Mahle ha motivato la decisione di chiudere gli stabilimenti italiani facendo leva sulla difficile situazione del mercato globale, che si traduce in un calo degli ordini a livello europeo, che ha riguardato soprattutto la produzione di motori diesel. Questo ha ridotto notevolmente la mole di lavoro destinata agli stabilimenti di La Loggia e Saluzzo, ma adesso più di 400 lavoratori rischiano di ritrovarsi disoccupati in meno di un mese.

“La Mahle ha 14 miliardi di fatturato con 160 aziende, di lavoro ne ha – racconta un altro lavoratore – Qua fanno macelleria sociale. Anzi le dirò di più, stanno aprendo uno stabilimento a Parma dove investono 10 milioni di euro”.

Intanto le sigle sindacali accusano l’azienda: “Il nostro prodotto viene trasferito in Polonia dove costa meno. La professionalità viene in secondo piano. Solo i soldi contano”.

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